IL SONNO E LA CELLULITE
|a cura del Centro Ricerca e Studi MSC
La qualità e la quantità del sonno vanno indagate perché spesso permettono di risalire ad alcune cattive abitudini (bere caffè , tè, bevande con caffeina la sera, bere alcolici, fare cene luculliane, ecc.) o a situazioni patologiche (stress, insufficienza respiratoria, depressione) .
Il regolare riposo notturno è di fondamentale importanza fisiologica e in modo frenetico, come quello moderno, assume significati rilevanti di cui dovrebbe tenere conto la progettazione urbanistica moderna (urbanistica del silenzio).
Il sonno è un momento magico, è un momento in cui non esiste più un legame con la vita ma la vita continua anche se si dorme.
Quando dormiamo portiamo con noi la vita di tutti i giorni, le nostre esperienze, la nostra personalità.
Il sonno è uno specchio significativo di quello che siamo.
Quando indaghiamo il sonno non possiamo prescindere dalla veglia.
È un errore indagare sulla tipologia del sonno senza indagare la tipologia della veglia.
Un insonne che dorme durante il giorno è un insonne relativo o addirittura un ipersonne.
Il sonno viene distinto in:
REM (presenza di movimenti oculari rapidi:rapid eye movements)
non-REM (assenza di movimenti oculari rapidi).
Il sonno non-REM è più rappresentato nella prima parte della notte mentre il sonno REM nella seconda.
Il rapporto non-REM/REM passa dal 90/10 della prima metà della notte all’85/15 della seconda metà.
L’insieme del primo periodo di sonno non-REM e di sonno REM costituiscono il primo ciclo (90 minuti di sonno non- REM e 10 minuti di sonno REM).
Durante una notte di sonno si succedono 4-5 cicli da 100 minuti.
Il sonno non-REM o sonno lento è la fase in cui si realizza il recupero metabolico, la ricostruzione proteica (è in tale fase che vengono prodotti il Growth Hormon e la melatonina che assicurano il recupero immunitario stimolando la produzione di timopentina).
In questa fase vengono prodotti altri ormoni quali il cortisolo (top level al mattino), la prolattina, il testosterone.
Il sonno non-REM è distinto in quattro stadi:
1° stadio l’attività EEG non è differente dallo stato di veglia (ritmo alfa di alta frequenza e basso voltaggio frammisto a scoppi di attività theta).
E’ lo stadio del sonno leggero , dell’assopimento , del risveglio facile senza ricordo.
Ha una durata di 10-15 minuti ed è lo stadio delle immagini ipnagogiche (figure complesse, variopinte, suoni ossessivi).
2° stadio il ritmo theta prevale diffusamente mentre compaiono i fusi del sonno (gli splindles, complessi elettrici rapidi) e complessi K (costituiti da una breve onda seguita da un’onda più lenta) che si sovrappongono ad una attività di base a basso voltaggio.
È lo stadio del sonno assai profondo che si realizza dopo 10 minuti dall’addormentamento e dura circa 20 minuti.
Non si ha risveglio con la luce ma con i forti rumori.
3° stadio è lo stadio del sonno molto profondo. I fusi si sovrappongono ad onde di base lente ed ampie (le delta che hanno una frequenza di 1-2 Hz ed un’ampiezza di 100 microvolt), tendono a scomparire sia i fusi che i complessi K. Si presenta dopo 30 minuti dall’addormentamento.
Si ha dissoluzione della coscienza, caduta della temperatura corporea, caduta della pressione arteriosa, rallentamento del polso, del respiro, nessuna percezione.
È difficile il risveglio e si osservano sporadici movimenti oculari lenti.
4° stadio l’EEG presenta solo onde lente ad alto voltaggio del tipo delta. In questa fase si eleva la soglia del risveglio. È la fase del sonno molto profondo.
Alla fase non-REM segue quindi quella REM.
Nella fase REM si realizza il recupero psicologico , la rimozione delle situazioni di irritabilità, di ansia, di depressione, la ricostruzione del metabolismo cerebrale, il ripristino delle capacità di apprendimento e dell’attenzione, la ricostruzione della memoria, il restauro dei sistemi regolatori delle emozioni e dell’autocontrollo.
Secondo una teoria neurofisiologica il sonno REM sarebbe una valvola di sicurezza per evitare l’ingorgo di informazioni al cervello e facilitarne invece l’adattamento plastico agli stimoli.
In questa direzione andrebbe anche l’elevata bizzarria dei sogni contrapposta alla normalità ideativa della veglia.
Le onde EEG sono a maggiore frequenza e minore voltaggio.
Aumenta la frequenza cardiaca e respiratoria e compaiono movimenti oculari rapidi e movimenti del corpo che si attuano sulla base di un diminuito tono muscolare.
Il cambiamento di posizione si accompagna ad interruzione del sonno.
Il sonno nella fase REM è profondo e in netta discordanza con l’attività elettrica cerebrale (ritmo alfa ad elevata frequenza e basso voltaggio come in uno stato di veglia) ecco perché si parla di sonno paradosso e di tracciato desincronizzato).
La fase REM è quella dell’attività onirica.
Si tratta di sogni lucidi o d’angoscia.
È la fase del pavor (ci si sveglia sudati, tachicardici,...) . è in questa fase che si realizzano i sogni erotici.
Il soggetto che sogna nella fase REM è il primo personaggio del sogno, il protagonista, partecipa alla scena mentre nella fase non-REM è spettatore.
Ogni notte sogniamo a lungo, per circa mezz’ora e per 4-5 volte e tutto viene dimenticato a meno che il risveglio non avvenga in fase REM.
Esiste una filogenesi del sogno, una scala che vede al fondo i rettili e in cima i mammiferi o meglio i neonati dei mammiferi.
Anche gli insetti sognano anche se il loro sonno REM non arriva all’1%.
Tutto il mondo animale dorme anche se in modi diversi, gli uccelli dormono in posizione eretta e in equilibrio, i bovini con gli occhi aperti, i cani e i gatti con una bassa soglia per il risveglio: hanno un'alta facilità al sonno diurno.
Cenni sulle basi anatomofisiologiche del sonno
Lo stato di veglia e di sonno sono governati da due sistemi cerebrali fra di loro antagonisti.
Il sonno non è semplice assenza di veglia (uno stato passivo) ma uno stato attivo.
Durante il sonno un sistema specifico entra in attività ed inibisce il sistema di veglia e viceversa: dall’alternanza dei due sistemi antagonisti nasce il ritmo nictemerale.
I due sistemi antagonisti sono prevalentemente situati nel tronco encefalico: il sistema reticolare ascendente mesencefalo-pontino di Moruzzi-Magoun detto anche attivante (desincronizzante l’EEG) che tende a produrre il risveglio e a mantenere la veglia; il sistema antagonista sincronizzante l’EEG, ipnogeno, localizzato prevalentemente nella parte inferiore del tronco dell’encefalo (bulbo).
Due centri antagonisti si trovano anche fuori dal tronco: i centri del sonno localizzati nell’ipotalamo anteriore e i centri della veglia localizzati nell’ipotalamo posteriore.
Il risveglio e il mantenimento dello stato di veglia sarebbero consequenziali ad un incessante bombardamento di impulsi afferenti che attraverso il sistema reticolare ascendente (che è in connessione bilaterale con la corteccia attraverso i nuclei a proiezione diffusa del talamo) giungono a tutto il cervello mantenendo lo stato di veglia.
Quando questo bombardamento centripeto (stimoli attivatori) si attenua (depressione dell’attività del sistema reticolare ascendente) riemergono le funzioni di importanti neurormoni (la serotonina e la melatonina) mascherate sino a quel momento dalla pioggia di noradrenalina e dopamina dello stato di veglia.
Nella produzione del sonno comunque non è esclusa la corteccia cerebrale. Basti pensare al pianto di un bambino che sveglia la madre che dorme tranquillamente durante un temporale. Se si tiene conto che, sperimentalmente, la privazione del sonno REM causa aumento dell’ansia, della tensione nervosa, dei disturbi della coordinazione motoria, una esaltata risposta psicomotoria con allucinazioni , aggressività onirica, ipersessualità, tachicardia, reazioni di fuga e che la privazione del sonno non-REM causa scarsa aggressività, disagio, manifestazioni ipocondriache si ha un’idea di quanto il sonno e le sue eventuali alterazioni possano condizionare lo status psicologico.
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