GIUNZIONI INTRAEPIDERMICHE: I DESMOSOMI

| a cura del Reparto Formazione e Sviluppo MYSKCO

Visto che con SELVERT THERMAL ne sentirete moIto parlare, mi sembra giusto approfondire la conoscenza di questa giunzione di natura proteica.

I desmosomi o maculae adherentes hanno principalmente la funzione di tenere stabilmente legate le cellule tra loro, creando un saldo collegamento tra il citoscheletro e la membrana cellulare. Sono formati da placche di attacco, con filamenti intracitoplasmatici che convergono verso di essa senza passare da cellula a cellula, e da sostanza cementante intercellulare. 

La placca di attacco si compone di proteine intracellulari non glicosilate (placoglobina, desmoplachine [DPK 1 e 2 ], placofiline [PKP 1,2,3 e 4], envoplachina, periplachina, epiplachina, corneodosmina) che legano i filamenti intermedi di cheratina del citoscheletro, mentre la sostanza cementante è costituita da proteine transmembrana con una porzione extracellulare glicosilata (desmogleine DSG 1,2,3,4 e e desmocolline DSC 1,2 e 3).

Queste ultime sono molecole di adesione appartenenti al gruppo delle E-caderine, che sul lato extracellulare interagiscono con le proteine transmembrana delle cellule adiacenti tramite un legame calcio-dipendente, e su quello citoplasmatico si legano alla placoglobina (anche nota come 𝞬-catenina) della placca di attacco.

La placoglobina interagisce con la desmoplachina, localizzata più profondamente nell’ambito della placca desmosomiale, che, a sua volta, si attacca ai filamenti intermedi del citoscheletro.

Altre molecole presenti nella placca desmosomiale, come le placofiline, hanno verosimilmente la funzione di facilitare l’assemblaggio tridimensionale delle componenti principali e il loro raggruppamento in formazioni giunzionali strutturate e compatte.

Le desmogleine, la cui distribuzione quantitativa varia nelle diverse regioni cutanee e mucose, rappresentano il target immunologico in alcune patologie bollose autoimmuni appartenenti al gruppo del pemfigo. In particolare , la DSG 3 (130 kDa), espressa negli strati basali e sovrabasali dell’epidermide, è il target della risposta anticorporale nel pemfigo volgare, caratterizzato da bolle a sede intraepidermica sovrabasale, mentre la DSG 1 (160 kDa), espressa solo negli strati più superficiali dell’epitelio, è l’antigene del pemfigo foliaceo, caratterizzato appunto da un piano di clivaggio a localizzazione alta e subcornea. Poiché la DSG 3, ma non la 1, è intensamente espressa anche a livello delle mucose oltre che cutanee. Anche alcune componenti delle placche desmosomiche di attacco, quali la placoglobina e le desmoplachine, possono essere implicate nella patogenesi delle malattie bollose autoimmuni, come per esempio il pemfigo paraneoplastico. Recentemente è stato inoltre dimostrato che l’alterazione geneticamente determinata di alcune di tali componenti desmosomiali (placofiline, placoglobine) è alla base di talune eredopatie contraddistinte da manifestazioni cutanee e/o extra cutanee (cardiomiopatia), suggerendo un importante ruolo funzionale di tali molecole, ai fini della comunicazione intercellulare, dei processi differenziativi e del corretto sviluppo embrio-fetale, anche in altri tessuti.



Come possiamo notare da questa raffigurazione schematica delle diverse componenti delle giunzioni desmosomiali. la placca di attacco (azzurro) contiene placoglobina, desmoplachine e placofiline (rispettivamente arancio, marrone e verde) che legano i filamenti intermedi di cheratina del citoscheletro (nero), mentre la sostanza cementante è costituita da desmogleine e desmocolline (blu, rosso) che attraversano la membrana citoplasmatica esterna (rosa) mettendosi in rapporto tramite la porzione extra-cellulare, con la loro simmetrica controparte.

(testo di studio: Le basi della dermatologia - Prof.ssa Concetta Potenza)


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