TESINA ANTIRUGHE
| a cura del Centro Formazione e Sviluppo SDSR
La cute è un tessuto continuo con una superficie compresa tra 1,5 e 2 metri quadrati; è considerata uno dei maggiori organi del corpo umano per estensione e peso.
La pelle possiede l’importante capacità di auto-ripararsi, cioè si rigenera dopo aver subito delle lesioni, ed è dotata di un’elevata estendibilità che le permette di flettersi per seguire le variazioni delle dimensioni corporee durante l’accrescimento.
Inoltre, funge da barriera chimico-fisica (protegge da batteri, traumi e radiazioni), partecipa alla termoregolazione (coordina le funzioni corporee per mantenere l’omeostasi della temperatura interna), impedisce l’eccessiva perdita di liquidi, coordina la risposta immunitaria contro agenti patogeni, ha attività metabolica (sintetizza la vitamina D e ormoni, ed è una riserva di lipidi) e funge da recettore sensoriale (risponde agli stimoli).
- epidermide
- derma
- ipoderma
EPIDERMIDE - STRUTTURA E FUNZIONI DELL’EPIDERMIDE.
L’epidermide è lo strato più superficiale della nostra pelle, ovvero quello esposto direttamente all’ambiente esterno.
A sua volta, l’epidermide si può suddividere in diversi strati.
La principale funzione dell’epidermide è quella protettiva; funge infatti da vero e proprio schermo contro le aggressioni esterne, da parte di agenti patogeni, inquinamento, raggi ultravioletti ecc.
Allo stesso tempo, previene l’eccessiva disidratazione ed è fondamentale per la sintesi della vitamina D.
Dal punto di vista istologico, l’epidermide è un epitelio squamoso stratificato che comprende numerosi tipi di cellule, come:
cheratinociti (specializzati nella sintesi di cheratina)
cellule di Langerhans (coinvolte nella risposta immunitaria)
melanociti (responsabili anche del colore della pelle)
cellule di Merkel (implicate nella sensibilità cutanea)
L’epidermide non è innervata né vascolarizzata e, a sua volta, è suddivisa in 5 strati che partendo dall’interno sono:
strato basale o germinativo dell’epidermide
strato spinoso dell’epidermide
strato granuloso dell’epidermide
strato lucido dell’epidermide
strato corneo dell’epidermide
Strato basale o germinativo dell’epidermide
Lo strato germinativo è lo strato più profondo dell’epidermide ed è costituito da un’unica fila di cellule cubiche o cilindriche che poggiano direttamente sulla membrana basale tramite giunzioni dette emi-desmosomi.
Sono per la maggior parte cellule indifferenziate che hanno tutte un’intensa attività proliferativa, si dividono attivamente per mitosi e migrano verso gli strati sovrastanti differenziandosi ed andando a rimpiazzare le cellule epidermiche desquamate.
In questo strato sono presenti anche cellule di Merkel e melanociti.
Strato spinoso dell’epidermide
Lo strato spinoso è uno strato spesso, formato da cellule poliedriche sintetizzate dallo strato basale sottostante.
Queste cellule sono chiamate cheratinociti e risalgono verso la superficie differenziandosi ed assumendo di volta in volta le caratteristiche peculiari dello strato in cui si trovano.
Durante la migrazione il citoplasma delle cellule si riempie di cheratina e dei suoi precursori.
I cheratinociti sono in contatto tra di loro attraverso giunzioni chiamate desmosomi che presentano dei filamenti di cheratina simili a spine, da cui il nome di "spinoso".
In questo strato sono presenti anche cellule di Langerhans che sono implicate nella risposta immunitaria.
Strato granuloso dell’epidermide
Lo strato granuloso dell’epidermide è composto da poche file di cheratinociti appiattiti che hanno smesso di dividersi ma continuano a produrre cheratina, la quale viene immagazzinata in granuli all’interno del citoplasma, rendendo la cellula meno permeabile: da qui il nome "granuloso".
Al suo interno, la cellula produce enzimi che degradano il nucleo e gli altri organelli mostrando così i primi segni di degenerazione.
In questo strato vi sono anche i corpi di Odland, o corpi lamellari, che sono particolarmente ricchi di lipidi.
Strato Lucido dell’epidermide
Lo strato lucido non è sempre presente ma si trova solo sulla cute spessa (ovvero palmo delle mani e pianta dei piedi). E’ formato da cheratinociti adesi tra loro e pieni di cheratina ormai privi di nucleo ed organuli.
Lo strato lucido dell’epidermide indica il passaggio da strato vivo a strato morto.
Strato Corneo dell’epidermide
Lo strato corneo rappresenta lo strato più superficiale dell’epidermide.
E’ formato da più file di cellule appiattite e interdigitate tra di loro, stipate di cheratina e morte, quindi inattive dal punto di vista metabolico.
Le cellule più profonde sono compatte e unite tra di loro (corneociti), mentre le più superficiali (squame cornee) sono disgiunte e tendono a staccarsi per desquamazione.
Rinnovamento dell’Epidermide
In una pelle sana sono necessari 14 giorni affinché una cellula dello strato germinativo si differenzi e migri fino alla superficie, ed altri 14 giorni affinché venga perduta per desquamazione.
La pelle è quindi un organo dinamico, poiché le cellule dello strato basale si rinnovano continuamente dividendosi per mitosi.
In questo modo danno origine a due cellule figlie che, a seconda dei bisogni dell’organismo, possono mantenere la capacità proliferativa o staccarsi dalla lamina basale e risalire in superficie differenziandosi in cheratinociti.
Il distaccamento dalla lamina è essenziale per la differenziazione e la velocità mitotica è regolata da fattori ben precisi.
Lo strato corneo ha quindi la funzione di protezione.
In base allo spessore dell’epidermide si distingue cute sottile e cute spessa.
La cute sottile ricopre la quasi totalità del corpo, presenta un sottile strato corneo, non c’è netta distinzione tra strato lucido e granuloso (l’epidermide sembra formata solo da 4 strati) e contiene follicoli piliferi, muscoli erettori del pelo e tutte le ghiandole.
La cute spessa presenta uno strato corneo spesso più di 6 volte di quello normale, ricopre solo la pianta dei piedi e i palmi delle mani, ha tutti e 5 gli strati distinti e contiene solo ghiandole sudoripare.
DERMA - STRUTTURA E FUNZIONI
Il derma è il secondo strato della cute, situato sotto l’epidermide da cui si separa attraverso la membrana basale.
A differenza dell’epidermide, il derma è un tessuto fittamente innervato e vascolarizzato.
Il derma ha la funzione principale di
supportare l’epidermide
permettere gli scambi metabolici inviando i nutrienti ed eliminando le scorie.
Inoltre, grazie alla presenza di ghiandole sebacee e sudoripare, bulbi piliferi, capillari e muscoli erettori del pelo, il derma svolge anche funzioni
immunologiche
termoregolatrici
sensoriali
Struttura
Osservato al microscopio, il derma appare ondulato per la presenza di papille dermiche e creste epidermiche (DEJ), ovvero estroflessioni con lo scopo di aumentare la superficie di contatto con l’epidermide e favorire gli scambi.
Nelle DEJ i cheratinociti basali dell’epidermide sovrastante sono fissati al collagene IV da emidesmosomi e il derma è ancorato a fibrille di collagene VII e microfibrille ricche di fibrillina.
Il derma si divide in:
derma superficiale o avventiziale o papillare
derma reticolare o denso
Derma superficiale e Derma Profondo
Lo strato superficiale del derma è formato da tessuto connettivo lasso ed è ricco di cellule.
Lo strato reticolare è più profondo ed è formato da tessuto connettivo denso ricco di fibre.
Cellule e Fibroblasti
Il derma è un tessuto connettivale formato da cellule e glicoproteine fibrose, immerse in una sostanza fondamentale; contiene anche ghiandole e follicoli piliferi.
Le cellule che compongono il derma sono:
fibroblasti (sono responsabili della sintesi della sostanza fondamentale e delle fibre)
mastociti (importanti per la risposta infiammatoria poiché contengono istamina)
cellule migrate dal sangue (come macrofagi).
Sostanza Fondamentale e Proteoglicani
La sostanza fondamentale è formata da glucosamminoglicani (GAG) e il principale è l’acido ialuronico. Queste macromolecole sono carboidrati, sia singoli che in associazione con proteine, che insieme possiedono una certa rigidità.
Hanno la caratteristica di essere fortemente idrofile, per cui a contatto con l’acqua si rigonfiano formano una massa gelatinosa.
Quindi nel gel della sostanza fondamentale si trovano dispersi i GAG e nel suo reticolo è trattenuta l’acqua.
I glucosamminoglicani occupano gran parte dello spazio extracellulare del derma, fornendo supporto meccanico e assicurando il turgore della pelle.
I GAG sono molecole rigide che non si ripiegano e assumono perciò conformazioni distese (dette a spire casuali), le quali occupano un volume esagerato rispetto alla loro massa.
Si possono distinguere diverse tipologie di oligosaccaridi, per esempio alcune proteine, come fibrillina e collagene fibrillare, sono glicoproteine che hanno subìto una modificazione post-trascrizionale con numerosi oligosaccaridi corti e ramificati.
Tutti i GAG, ad eccezione dell’acido ialuronico, si legano ad un’unica proteina filamentosa formando i proteoglicani.
Molti proteoglicani, a loro volta, si legano ad un core di acido ialuronico formando aggregati di enormi dimensioni.
I proteoglicani del derma possono essere composti da una singola catena GAG, detta decorina (si pensa controlli la fusione collagene-fibrillina), fino ad aggregati formati da più di 100 GAGs .
I proteoglicani e le glicoproteine, in collaborazione con l’acido ialuronico, sono distribuiti in tutto il derma svolgendo un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’idratazione cutanea.
FIBRE DEL DERMA, COLLAGENE ED ELASTINA
Le fibre del derma si dividono in:
fibre del collagene
fibre elastiche.
Collagene
Il collagene è una glicoproteina molto complessa con la funzione di sostegno e resistenza meccanica. Da sola rappresenta il 70% delle proteine cutanee.
Ci sono vari tipi di collagene con differenti funzioni.
Il collagene di tipo I e III sono le proteine più abbondanti nel derma e si uniscono a formare fibrille rigide che donano al tessuto resistenza alla trazione.
Nel derma di persone giovani il collagene è ampiamente distribuito in fasci che sono architettati in maniera diversa nel derma papillare e nel reticolare.
Possono trovarsi parallelamente al DEJ (cresta epidermica) o intrecciati, inoltre il collagene VII si colloca perpendicolarmente alle fibrille di ancoraggio, importanti per assicurare il derma al DEJ.
Il collagene VI è distribuito in tutto il tessuto connettivo e sembra che medi le segnalazioni cellula-matrice ed una sua mutazione può portare ad debolezza e atrofia muscolare.
Nello strato più superficiale si trovano le fibre reticolari che sono sempre di collagene ma più sottili.
Tabella 1. Cambiamenti morfologici e strutturali nell’invecchiamento intrinseco
Elastina e altre Fibre Elastiche
Le fibre elastiche sono meno abbondanti (rappresentano solo il 2% delle proteine cutanee) e sono fondamentali per l’elasticità della pelle.
Possono essere composte da diverse componenti, tra cui elastina reticolare, microfibrille ricche di fibrillina, microfibrille associate a glicoproteine (MAGPs), fibulina e fattore latente di crescita trasformante-β proteina di legame (LTBPs).
Nella pelle giovane le fibre elastiche si dispongono in maniera altamente organizzata, dove le microfibrille ricche di fibrillina perpendicolari al DEJ si fondono con fibre elastiche dal diametro largo nel derma reticolare. Insieme formano una trama a maglie larghe molto estensibile.
L’elastina dona flessibilità alla pelle grazie ai ponti trasversali che uniscono le molecole formando così un’ampia rete elastica.
Questa è una proprietà indispensabile per consentire la mimica facciale e seguire le variazioni di dimensioni corporee che avvengono durante la vita.
In caso di forti tensioni le fibre del collagene (meno elastiche) possono rompersi e portare alle smagliature, per esempio quelle che insorgono dopo la gravidanza.
IPODERMA - STRUTTURA E FUNZIONI
L’ipoderma è detto anche tessuto adiposo sottocutaneo.
E’ situato sotto il derma e permette una stabilizzazione dell’apparato tegumentario (cute e annessi) rispetto agli organi sottostanti.
L’ipoderma un tessuto connettivo lasso formato da un reticolo di fibre connettivali nelle cui maglie si trovano i lobuli.
Questi ultimi sono costituiti da adipociti ammassati con poca sostanza fondamentale e ripieni di lipidi di riserva (trigliceridi).
L’ipoderma è ben innervato e vascolarizzato, infatti nella parte più superficiale è attraversato da vene ed arterie, mentre in quella più profonda ci sono i capillari.
L’ipoderma svolge le funzioni di:
deposito d’energia per l’organismo,
partecipa alla termoregolazione,
fornisce protezione meccanica contro i traumi
modella la figura corporea
Lo spessore e la distribuzione del grasso ipodermico variano a seconda di sede corporea, stato di nutrizione, sesso ed età.
GHIANDOLE DELLA PELLE E ANNESSI CUTANEI -QUALI SONO? FUNZIONI
Gli annessi cutanei comprendono
ghiandole (apocrine, sudoripare, sebacee),
unghie
peli.
Ghiandole Apocrine
Le ghiandole apocrine producono un secreto lattiginoso, sono sempre associate a un follicolo pilifero e la loro attività secretoria è modesta.
Sono formate da una parte convulta secernente e da un dotto secretore che comunica con l’esterno. Hanno una secrezione di tipo apocrino, ossia perdono una parte del lume durante la fuoriuscita del secreto e non rimangono integre.
Si attivano alla pubertà e fungono, tra le altre cose, come richiamo sessuale.
Ghiandole Sebacee
Le ghiandole sebacee sono presenti su tutto il corpo, ma non sono distribuite in maniera omogenea. Producono in maniera continua il sebo, che viene riversato nel lume, e a volte queste ghiandole sono associate a un follicolo pilifero mentre altre si aprono direttamente sulla superficie cutanea.
Le ghiandole sebacee hanno una secrezione di tipo olocrina, ossia il sebo fuoriesce dopo aver fatto scoppiare la cellula.
Questi annessi cutanei non ricoprono funzioni vitali ma contribuiscono, tra le altre cose, a conferire un odore caratteristico alla persona.
Ghiandole Sudoripare
Le ghiandole sudoripare sono formate da una porzione secernente (si estende fino all’ipoderma) e una duttale (tubo che esce all’esterno).
Ogni ghiandola sudoripara è indipendente e possiede il proprio dotto escretore.
Queste ghiandole producono il sudore e hanno una secrezione di tipo eccrino, ossia le cellule riversano il loro secreto nel dotto rimanendo integre.
Le ghiandole hanno un’attività intermittente e sono distribuite su tutto il corpo, ma con differente densità.
Prima si forma un sudore primario (composizione simile al plasma, quindi privo di proteine), in seguito si concentra e diventa sudore secondario.
Esistono 3 tipi di sudorazione:
termica
psichica
farmacologica
La sudorazione è importante per il processo di termoregolazione dell’organismo.
INVECCHIAMENTO CUTANEO
L’invecchiamento è un processo biologico ineluttabile. Nella mente umana vi è un’esatta idea dell’estetica che incarna la bellezza con la giovinezza, quindi il suo mantenimento e miglioramento sono diventati molto importanti, a dispetto dei costi. Al giorno d’oggi, con lo sviluppo tecnologico, l’aspettativa di vita è sempre in continua crescita, anche se l’invecchiamento rimane un mistero parzialmente irrisolto. Nonostante lo sviluppo nelle scienze mediche, le disabilità mentali e fisiche e le malattie legate all’invecchiamento sono infatti in aumento. Nei paesi sviluppati è in corso un cambiamento demografico, poichè si registrano diminuzioni delle nascite associate ad un aumento della popolazione anziana. Nel 20esimo secolo i progressi della medicina hanno portato ad un aumento significativo dell’aspettativa di vita e nei prossimi 50 anni si presuppone che circa 1/3 delle donne saranno in menopausa e la medicina anti-invecchiamento guadagnerà molta importanza. L’invecchiamento cutaneo ha un impatto sociale considerevole, infatti è visibile a tutti. La pelle, come tutti gli altri organi, soffre di un decadimento morfologico e fisiologico con l’avanzare del tempo; questo processo è incrementato dai vari insulti fisici, chimici e meccanici che si accumulano durante la vita. Le aree più esposte, come faccia e mani, soffrono maggiormente per la sovraesposizione a fattori ambientali (vedi photoaging), mentre nelle altre zone l’invecchiamento è causato da fattori genetici o interni che riflettono i processi degradativi in atto nell’intero organismo. Sia la pelle che gli organi interni sono coinvolti in questo processo ineluttabile, dove l’orologio biologico interno dell’organismo causa una degenerazione inarrestabile. Alcuni studiosi di dermatologia sostengono che l’invecchiamento cutaneo è una patologia, e in quanto tale possiamo combatterlo. I primi cosmetici e trattamenti non chirurgici che sono stati prodotti sono il botulino iniettabile (tossina), la microdermo-abrasione, iniezione filler, la depilazione laser e il peeling chimico. I trattamenti chirurgici, invece, includono prodotti per la liposuzione, la riduzione/aumento del seno, il rimodellamento del naso e la blefaroplastica (chirurgia delle palpebre). Ci sono due processi principali che inducono l’invecchiamento cutaneo:
intrinseci
estrinseci
INVECCHIAMENTO CUTANEO INTRINSECO CAUSE E CONSEGUENZE
L’invecchiamento cutaneo intrinseco si basa sul patrimonio genetico ed è dipendente dal tempo.
Stress Ossidativo e Sistema Immunitario
I cambiamenti cutanei che si verificano sarebbero il risultato dell’accumulo negli anni di danni prodotti dal metabolismo ossidativo. Questo, infatti, genera delle specie altamente ossigeno-reattive chiamate ROS (radicali liberi) che attaccano i costituenti cellulari - come membrana, enzimi e DNA - danneggiandoli. Il sistema immunitario ha una forte difesa antiossidante, ma con l’avanzamento dell’età diminuisce di efficacia (immunosenescenza), sia nei confronti delle minacce esterne (batteri, virus ecc.), sia nei confronti delle minacce interne (mutazioni a livello cellulare, che rappresentano la base per lo sviluppo di patologie neoplastiche).
Telomeri
Studi hanno dimostrato che il telomero, ovvero la porzione terminale presente in ogni cromosoma degli eucarioti, è molto importante e potrebbe essere responsabile della longevità. Durante ogni divisione cellulare la lunghezza del telomero umano diminuisce, infatti viene progressivamente erosa la sequenza finale (più del 30% della lunghezza dei telomeri dei fibroblasti viene persa durante l’età adulta). I telomeri sono brevi sequenze di basi sempre disposte nel medesimo modo (TTAGGG); l’enzima telomerasi è il responsabile della loro manutenzione. La maggior parte delle cellule riesce a compiere circa 60-70 raddoppi postnatali durante il proprio ciclo vitale, prima di raggiungere la senescenza. In quest’ultima fase, le cellule rimangono vitali ma incapaci di proliferare fungendo così da orologio biologico.
Fattori Endocrini
Oltre al corredo genetico, altri fattori che influenzano l’invecchiamento intrinseco sono gli ormoni sessuali. L’attività ormonale diminuisce con l’età e molti ormoni subiscono delle modifiche, soprattutto gli estrogeni, il testosterone, il deidroepiandrosterone (DHEA), e il suo estere solfato (DHEAS), ma declinano anche ormoni come melatonina, insulina, cortisolo, tiroxina e ormone della crescita. Di conseguenza, calano pure i livelli di alcune molecole di segnalazione, come citochine e chemiochine, e dei loro recettori, provocando un declino nella funzionalità della pelle. Per esempio la citochina responsabile della senescenza dei fibroblasti è il factorbeta1 crescita trasformante.
Conseguenze
L’invecchiamento cellulare è causato da alterazioni all’interno della cellula e queste modifiche gradualmente portano alla risposta cellulare aberrante ai fattori ambientali, con conseguente possibilità di apoptosi. Caratteristiche istologiche accompagnano questi cambiamenti; infatti, nell’epidermide vi è una evidente diminuzione nel numero dei melanociti e delle cellule di Langerhans. Non ci sono alterazioni invece nella strato corneo, nello spessore dell’epidermide e nell’adesione e forma dei cheratinociti. Le creste dermiche si appiattiscono riducendo la superficie di contatto tra epidermide e derma, di conseguenza si riduce lo scambio di nutrienti e metaboliti. Si può notare anche una perdita di volume dermico in alcuni fibroblasti, un minor afflusso di sangue e una diminuzione dell’innervazione sensoriale ed autonoma della cute. Anche gli annessi cutanei risentono dell’invecchiamento; infatti, i peli si tramutano in peluria, si perdono melanociti del bulbo ingrigiendo i capelli e l’attività delle ghiandole si riduce. Le manifestazioni cliniche dell’invecchiamento cutaneo sono xerosi (pelle secca), lassismo, rughe, fiacchezza e comparsa di neoplasie benigne come cheratosi seborroica e angiomi ciliegia.
RUGHE - CAUSE DELLE RUGHE E TIPI DI RUGHE
Cause delle Rughe
Le rughe sono indotte da numerosi fattori, tra cui
modifiche ai muscoli,
diminuzione della capacità di contrazione dei muscoli mimici facciali (dermocontrazione),
deterioramento neuro-muscolare,
perdita di tessuto adiposo sottocutaneo,
forza gravitazionale
perdita di tessuto osseo facciale e cartilagine
Tali modificazioni sono il risultato di fattori intrinseci (genetici e biologici, legati al normale processo di invecchiamento) e a fattori esterni o estrinseci (come dieta e radiazioni ultravioletti, che possono aggravare l’invecchiamento geneticamente predeterminato).
Rughe: Cosa Sono?
Le rughe sono pieghe o solchi che si formano sulla superficie della pelle in seguito al naturale processo di invecchiamento cutaneo.
Tipi di Rughe
Rughe di Espressione
Le prime a comparire, spesso anche in donne giovani, sono le "rughe d’espressione", ovvero pieghe profonde dovute alle ripetute contrazioni dei muscoli facciali usati per sottolineare le emozioni con la mimica. Nei muscoli, si possono notare degli accumuli di lipofuscina, chiamato anche "pigmento dell’età" che è un marker di danni cellulari. Solitamente questa tipologia di rughe si manifesta sulla fronte, sopracciglia, aree naso-labiali e perioculare (zampe di gallina).
Soluzioni Cosmetiche
A volte, le rughe di espressione possono spontaneamente attenuarsi o addirittura regredire quando lo stato psichico che le ha indotte cessa, però in generale le rughe tendono ad accentuarsi con lo scorrere del tempo, favorite dalle inevitabili contrazioni muscolo-facciali. La cosmetologia ricerca nuove sostanze per risolvere il problema delle rughe d’espressione alla radice, quindi donandole elasticità ed idratazione e favorendo il rinnovo cellulare. Fino ad ora si sono trovate 2 categorie principali:
cosmetici che stimolano la proliferazione cellulare (fibre di collagene ed elastina)
sostanze iniettabili direttamente nelle rughe per riempirle (filler con corpi grassi, acido ialuronico)
Rughe da Sonno
Anche i ripetuti piegamenti durante il sonno possono portare alla comparsa delle cosiddette "rughe del dormire" o grinze. Generalmente non sono simmetriche, ma si osservano prevalentemente su un lato del viso, a livello della fronte e delle guance. In gioventù queste rughe tendono a scomparire spontaneamente dopo il risveglio, ma con il passare degli anni diventano permanenti.
Rughe Attiniche
Un’altra tipologia sono le "rughe attiniche" o glifiche, tipiche della pelle fotoinvecchiata, che insorgono come conseguenza degli effetti dannosi delle radiazioni solari. Dal punto di vista morfologico queste righe appaiono come un’accentuazione della normale trama cutanea e sono particolarmente evidenti in persone con la pelle chiara che rimangono esposte per tempi prolungati agli UV.
Rughe Gravitazionali
Infine vi sono le "rughe gravitazionali" provocate appunto dall’azione della forza di gravità sul viso, che altera la distribuzione di grasso sottocutaneo e fa cedere il tessuto. Infatti la pelle si "rilassa" atrofizzandosi ed il tessuto lasso diminuisce. Gli effetti di questa forza sono particolarmente evidenti nella parte inferiore e superiore delle palpebre, sulle guance e sul collo.
Cause
Durante la giovinezza il tessuto adiposo sottocutaneo è diffuso omogeneamente, mentre con l’avanzare dell’età diminuisce e si accumula in siti inusuali, chiamati tasche, che tendono ad abbassarsi per la forza gravitazionale contribuendo a cambiare l’aspetto del viso. Questa tipologia di rughe solitamente colpisce fronte, aree periorbitale naso-labiale e boccale, regione temporale e periorale. Il grasso si accumula soprattutto sul mento, intorno alla mascella e nelle linee naso-labiali. Con l’età anche la massa ossea dello scheletro si riduce ed il riassorbimento colpisce mandibola, mascella e ossa frontali. Questa perdita di tessuto favorisce il rilassamento e successivo cedimento della pelle cancellando la demarcazione netta tra mandibola e collo presente invece nelle persone giovani.
INVECCHIAMENTO CUTANEO ESTRINSECO – CAUSE E CONSEGUENZE
Cause
L’invecchiamento cutaneo "estrinseco" è causato da diversi fattori:
radiazioni ionizzanti,
stress fisico e psichico,
uso di alcool,
fumo,
alimentazione povera,
obesità,
inquinamento ambientale ed esposizione ai raggi UV.
Tra tutti questi, il fattore più importante, responsabile anche dell’invecchiamento precoce, è l’esposizione ai raggi UV che contribuiscono al danneggiamento della pelle fino all’80% .
Raggi UV
I raggi UV, che producono alterazioni che dipendono dal fenotipo e dal grado di fotoesposizione della pelle, si dividono in 2 gruppi:
UVB
UVA
Danni da UVB
Gli UVB (B è acronimo di bad, ovvero cattivo) vanno da 290 a 320nm e inducono cambiamenti a livello epidermico, poiché è il sito in cui sono maggiormente assorbiti. Provocano danni al DNA dei cheratinociti e dei melanociti, inducono la produzione di enzimi proteolitici e fattori epidermici solubili (ESF). Sono inoltre responsabili della comparsa di dimeri di timidina. Infatti, con l’esposizione alle radiazioni UVB si crea un forte legame covalente tra due timidine, che con l’invecchiamento diventa difficile da scindere, accumulando così mutazioni. Per questo, la timidina viene definita "impronta digitale ai raggi UV". Dopo circa 8-12 ore dall’esposizione, le cellule appaiono scottate e nelle successive 12 ore si verifica una riduzione della produzione di DNA. Effetti ritardati sono cheratosi attinica, lentiggini solari, melanomi e carcinomi.
Danni da UVA
Gli UVA (A sta per Aging – invecchiamento) vanno dai 320 ai 400nm e sono importanti per la patogenesi dell’invecchiamento. Nella luce ambientale gli UVA sono da 10 a 100 volte più numerosi rispetto agli UVB e penetrano più in profondità colpendo epidermide e derma; questi ultimi provocano effetti biologici 1000 volte più forti rispetto ai primi.
Importanza del Fototipo
Il grado di danneggiamento della pelle in seguito ad un’esposizione di lunga durata alle radiazioni UV dipende anche dal fenotipo genetico. Nei fototipi chiari (collagene I e II) si sviluppano alterazioni degenerative più gravi rispetto a quelle di un fototipo scuro (collagene III e IV), dove i melanosomi dello strato epidermico superficiale svolgono un ruolo protettivo abbastanza buono. Glogau ha dichiarato che il numero di melanociti si riduce dell’8-20% ogni 10 anni e ha sviluppato una scala del fotoinvecchiamento che viene utilizzata per classificare il fotodanneggiamento da UV.
Tabella 2. Classificazione del fotoinvecchiamento di Glogau.
FUMO E INQUINAMENTO
Un altro fattore ambientale che contribuisce all’invecchiamento precoce è il fumo, che causa un incremento delle rughe facciali, un ispessimento irregolare della pelle, e le conferisce un aspetto pallido e grigio-giallo. Il tessuto elastico crolla in un individuo che abusa da lungo tempo di sigarette: il fumo riduce l’umidità dello strato corneo e i livelli di vitamina A, importante per ridurre l’estensione del danno al collagene. Anche lo smog e gli inquinanti ambientali sono da tenere in considerazione nel processo di invecchiamento. Per esempio i composti organici volatili e l’ossido d’azoto hanno principalmente come obiettivo gli strati superficiali dell’epidermide. Questo provoca una deplezione di antiossidanti come α-tocoferolo (vitamina E) e acido ascorbico (vitamina C).
Radiazioni Cosmiche e Radicali Liberi
Le radiazioni cosmiche casuali innescano, con l’aiuto dei radicali liberi prodotti dal metabolismo cellulare umano, una reazione a catena che provoca il danneggiamento delle strutture e delle membrane dei lipidi. Infatti la teoria dei radicali liberi (ROS) è una delle più largamente accettate per spiegare l’invecchiamento cutaneo. Questi composti si formano quando più molecole d’ossigeno si combinano insieme, arrivando così a ottenere un numero dispari di elettroni. Normalmente, la molecola d’ossigeno ha elettroni pari ed è stabile, invece con un elettrone spaiato diventa molto reattiva e tende a danneggiare componenti vitali con conseguente mutazione o apoptosi.
Tabella 3. Cambiamenti morfologici e funzionali nell’invecchiamento estrinseco.
RIMODELLAMENTO DELLA MATRICE EXTRACELLULARE DERMICA E INVECCHIAMENTO
I processi di invecchiamento cutaneo intrinseci (dovuti al passare del tempo) ed estrinseci (dovuti all’esposizione a certi fattori ambientali) provocano cambiamenti fenotipici nelle cellule cutanee, ma l’età d’inizio, la gravità e la frequenza dei cambiamenti patologici è aggravata dai raggi UV.
Le modifiche maggiori si verificano nella matrice extracellulare dermica (EMC) dove proteoglicani, fibre elastiche e fibre collagene hanno il compito di conferire idratazione, elasticità e resistenza alla pelle.
Poiché queste biomolecole hanno una vita longeva rispetto alle altre cellule, sono più esposte ai danni, dato che questi si possono accumulare nel tempo diminuendone la funzionalità.
Col trascorrere dell’età, una riorganizzazione strutturale della matrice extracellulare dermica è evidente sia nella pelle non foto-esposta, sia in quella foto-esposta, ma gli eventi di rimodellamento che caratterizzano questi tessuti sono differenti.
Nell’invecchiamento intrinseco vi è la degradazione delle componenti fibrose della EMC – come elastina, fibre oxytalan, collagene I, III, e IV – e la perdita della frazione oligosaccaridica che influisce sulla capacità della pelle di trattenere l’acqua legata.
Quindi, vi è un’evidente atrofia extracellulare generalizzata.
Nella pelle foto-invecchiata, invece, si svolgono eventi catabolici e anabolici di rimodellamento che interessano specifiche componenti della matrice, e che sono localizzati e dose-dipendenti.
Il foto-invecchiamento grave è caratterizzato dalla perdita di collagene (I e III) fibrillare dermico e collagene VII, che ancora le fibrille alle DEJ (creste epidermiche).
Al contrario, il contenuto dei GAGs dermici, in particolare acido ialuronico e condroitina, è incrementato e ridistribuito per formare una rete.
Il fotoinvecchiamento medio e acuto è caratterizzato dal differente rimodellamento di questa rete.
Le radiazioni UV incrementano la produzione di enzimi che degradano il collagene, di metalloproteinasi della matrice (MMP) e del fattore pigmentoso xerodermico (XPF).
L’XPF induce un’invaginazione dermo-epidermica che funge da avvio per la formazione dalle rughe.
Le metalloproteasi sono di diversi tipi e degradano differenti proteine della matrice dermica, ad esempio la MMP-1 spacca il collagene I, II, e III, invece la MMP-9 degrada il collagene IV e V e la gelatina.
In condizioni normali, le MMP sono regolate dai loro inibitori endogeni (TIMP) e la loro attivazione può essere causata dall’esposizione alle radiazioni UV. Gli UVA generano ROS che provocano la perossidazione lipidica e generano fratture nei filamenti di DNA, mentre gli UVB in poco tempo, danneggiano il DNA.
MECCANISMI E CONSEGUENZE DEL RIMODELLAMENTO DELLE FIBRE ELASTICHE
Le fibre elastiche, come tutte le proteine della EMC, hanno una notevole longevità e la loro vita è misurata in anni; ciò le predispone ad un rischio maggiore di invecchiamento molecolare per l’accumulo di danni ripetute, mentre le proteine intracellulari vivono per ore o massimo giorni. Per esempio, si stima che il collagene I e II abbia una vita media tra i 15 e i 95 anni e le fibre elastiche posso arrivare all’età dell’individuo. La sintesi e il deposito di elastina è prevalentemente limitato al periodo fetale e post-natale, invece negli adulti si verifica un decadimento dell’mRNA dell’elastina. Per quanto detto, ogni proteina delle fibre elastiche è tenuta a funzionare per molti anni e a resistere all’accumulo di danni da legami crociati mediati dal glucosio, all’accumulo di lipidi e Calcio e alle modifiche tempo-dipendenti nei residui di acido aspartico. Questi eventi hanno un profondo effetto nel rimodellamento dei tessuti ricchi di elastina. Gli studi recenti sull’invecchiamento cellulare sono concentrati sulla regolazione e attivazione delle MMP ovvero le metalloproteasi che hanno il compito di degradare la matrice. L’azione delle MMP è incrementata dall’esposizione ai raggi UV ed è in grado di catabolizzare componenti delle fibre elastiche come fibrillina-1 e fibulina-5. Questi enzimi hanno però una bassa substrato-specificità che li rende meno efficaci. Studi recenti del 2010 hanno confermato che il collagene I è resistente ai cambiamenti strutturali a dosi di UVR raggiungibili fisiologicamente, invece le microfibrille ricche di fibrillina e il collante tra glicoproteine e fibronectine sono profondamente alterati da UVR alle stesse dosi. La differente sensibilità può essere dovuta alla composizione aminoacidica diversa. Infatti, le fibre elastiche associate a proteine, tranne l’elastina, sono ricche di cromofori UVB (Cys, His, Phe, Tyr e Trp) che assorbono queste radiazioni. Si può quindi affermare che le fibre elastiche sono sensibili alla degradazione diretta degli UV con conseguenze nell’omeostasi del tessuto. I processi intrinseci ed estrinseci d’invecchiamento causano una perdita di conformità e resistenza del tessuto, e la conseguente formazione delle rughe. Il rimodellamento delle fibre elastiche ha quindi profondi effetti biochimici e cellulari. Frammenti di elastina (detta anche elastochina) possono influenzare il sistema immunitario, agendo sui linfociti per regolare l’espressione dell’elastasi e promuovere l’apoptosi, e sui monociti per contrastare gli stimoli pro-infiammatori. I peptidi di elastina e fibrillina-1 influenzano il fenotipo di cellule non-infiammatorie inducendo l’espressione di MMPs. Per esempio l’elastina induce l’attivazione delle MMP di membrana di tipo 1 e 2 (MT1-MMP, MMP-2), mentre la fibrillina-1 regola l’espressione delle MMP-1 e MMP-3. Tuttavia, alla fine, tutte le MMPs hanno la capacità di degradare le maggiori proteine componenti la EMC e i componenti della DEJ. Da studi recenti si evince che le microfibrille di fibrillina sono importanti anche per l’omeostasi del tessuto perché sequestrano TGFβ. Il TGFβ lega intercellularmente famiglie di proteine latenti legate ad esso formando così un complesso proteico che, a sua volta, si associa extracellularmente a microfibrille ricche di fibrillina. In definitiva il sequestro di TGFβ, l’accumulo di danni nel corso del tempo, i meccanismi degradativi cellulari (MMP) e acellulari (UVR) sono capaci di influenzare profondamente l’architettura, quindi il rimodellamento delle fibre elastiche, e avere anche effetti sulle funzioni biochimiche delle molecole.
TRATTAMENTI PER LE MODIFICAZIONI DEL SISTEMA DI FIBRE ELASTICHE DEL DERMA
Il trattamento clinico di prima scelta per la pelle invecchiata (sia intrinsecamente che estrinsecamente) è l’applicazione topica di retinoidi, ovvero derivati della vitamina A. Queste sostanze hanno effetti positivi sulla pelle fotodanneggiata e sul collagene dermico, facendola apparire "ringiovanita" e riducendo la comparsa delle rughe. Infatti, grazie alla loro azione, viene introdotto collagene I e III appena sintetizzato, accoppiato con un incremento significativo del numero delle fibre d’ancoraggio. I retinoidi, potenzialmente, inducono anche il deposito di microfibrille ricche di fibrillina nel derma papillare; ciò consente di ristabilire un collegamento fisico tra gli strati superficiali della pelle e le fibre elastiche adulte poste in profondità. Questo sistema viene utilizzato nei cosmetici "over-the-counter" per valutare il potenziale di riparazione cutanea, ma rimane ancora da determinare la loro funzionalità.
EFFETTI DELL’INVECCHIAMENTO SULLE FUNZIONI DELLA PELLE
La pelle ha numerose ed importanti funzioni:
funge da barriera protettrice contro danni fisici, chimici e microbiologici,
mantiene l’omeostasi della temperatura corporea e regola l’equilibrio idrico ed elettrolitico.
è un organo di senso
è un biofattore per la sintesi, processamento e metabolismo di numerose molecole, come proteine, glucidi, lipidi ed ormoni.
Con il passare degli anni la pelle perde le sue caratteristiche morfologiche e strutturali, e le sue funzioni deteriorano di conseguenza.
Permeabilità di Barriera
Guarigione delle Ferite
Angiogenesi
Funzione immunitaria
Lipogenesi
Sintesi di vitamina D
Riduzione Sudore
Malattie legate all’età
Conseguenze dell’Invecchiamento
Permeabilita’ barriera
Con l’invecchiamento l’epidermide sviluppa un’anomalia nell’omeostasi della permeabilità della membrana che è ulteriormente aggravata dall’esposizione ai raggi UV. Questo si traduce nella riduzione dei lipidi dello strato corneo e nell’alterazione della sintesi di colesterolo; per queste ragioni la pelle diventa più sensibile ai traumi e alle malattie infettive. Diversi studi hanno indicato che vi è una connessione tra la perdita della funzione di membrana permeabile della pelle e lo squilibrio di ormoni sessuali (tra cui steroidi), che si verifica normalmente con la menopausa. Sebbene testosterone e androsterone ritardino il ripristino della funzionalità di barriera, un’applicazione di β-estradiolo può superare il ritardo.
Guarigione dalle ferite
Un altro effetto dell’invecchiamento, molto comune negli anziani, che i medici hanno riscontrato è un disordine cronico nella guarigione dalle ferite. Dati recenti mostrano che negli USA malattie associate alla ritardata guarigione dalle ferite costano circa 25milioni di dollari all’anno. Tra i fattori responsabili di questo disturbo vi è l’espressione sregolata di MMPs ed elevata attività proteinasica. Nelle ferite croniche si possono riscontare alti livelli di MMP-2 e MMP-9, ridotti livelli di MMP-1 inibitore tessutale e prodotti della decomposizione di fibronectina. Anche gli ormoni sono molto importanti per la guarigione, infatti nelle donne in menopausa i ridotti livelli di estrogeni sono stati associati a disturbi nella rigenerazione del tessuto attraverso citochine con trascrizione compromessa, alterato bilancio di proteine e infiammazione incontrollata. In studi condotti su giovani roditori femmine ovario-ectomizzati è stata effettuata un’applicazione topica di estrogeni sulla pelle, che può accelerare il processo di guarigione ed è accompagnata dall’attivazione della via di segnalazione del fattore di crescita trasformante (TGF-β). Gli estrogeni inibiscono il fattore inibente della migrazione dei macrofagi, influenzando l’inizio dell’infiammazione locale, e inducono l’espressione cellulare dermica di recettori β per estrogeni nella ferita. Per 10 settimane poi si è effettuato un trattamento sistemico con modulatori selettivi per i recettori degli estrogeni, e questo ha potuto comportare l’accelerazione della guarigione, la riduzione dell’area della ferita e l’aumento della riepitelizzazione. In uomini e donne anziani sani si è notato che estrogeni topici nelle ulcere cutanee inducono l’espressione di fibronectina e riducono i livelli di elastasi e neutrofili, favorendo una rapida guarita dalle ferite. Gli ormoni sessuali maschili, come il testosterone, invece, inibiscono negli uomini la risposta della guarigione.
Angiogenesi
In diversi tipi d’invecchiamento è stata anche osservata una riduzione della reattività vascolare, dell’eritema indotto da UV, della temperatura corporea e un disturbo nella fornitura dei nutrienti. Tutto questo è causato dalla relazione tra angiogenesi e avanzamento dell’età. Infatti negli anziani si può notare una riduzione delle dimensioni dei vasi cutanei, perdita di densità dei vasi dermici e della superficie di scambio. In aggiunta, l’architettura normale dei vasi è profondamente alterata in pelli fotoinvecchiate e questo contribuisce ulteriormente a deteriorare i vasi. Quindi con il passare del tempo, nelle pelli sottoposte ad un danneggiamento cronico, il numero dei vasi sanguigni cala significativamente.
Funzione immunitaria
Nei soggetti anziani è stata riscontrata una diminuzione del numero di cellule di Langerhans presentanti l’antigene (LCs), che subiscono anche delle modificazioni come la perdita della formazione di dendriti, di granuli di Birbeck e la riduzione della capacità di intercettazione dell’antigene. Queste cellule sono importanti per la difesa immunitaria e la loro alterazione provoca una minor funzionalità del sistema immunitario dell’organismo. Il TNF-α nell’epidermide umana mobilita le LCs e l’avvio della risposta immunitaria, ma nella pelle invecchiata questa stimolazione è severamente colpita. Questa riduzione di funzionalità delle LCs dipendente dall’età è il motivo per cui l’anziano è più sensibile alle infezioni.
Lipogenesi
Nella cute umana le ghiandole sebacee sono responsabili della produzione di sebo e della lubrificazione della pelle. Con l’invecchiamento subiscono dei cambiamenti morfologici e funzionali; infatti, dopo un’iniziale ipertrofia, perdono di funzionalità e le loro dimensioni si riducono, così come diminuisce il loro secreto con un conseguente declino dei livelli dei lipidi superficiali. Questi effetti possono causare lo sviluppo di malattie come prurito ed eczema cronico. L’attività delle ghiandole sebacee, inclusa la sintesi dei lipidi, è influenzata dagli ormoni ed è molto importante per biosintetizzarli e regolarne il metabolismo. Quindi si può affermare che la funzionalità delle ghiandole è legata alla presenza di ormoni, questi due fattori sono tra loro dose-dipendenti. Infatti, si è dimostrato che nelle persone anziane l’attività delle ghiandole sebacee è ridotta, anche perché vi è una diminuzione dei livelli ormonali.
Sintesi vitamina D
Nella pelle avviene la maggior parte della sintesi della vitamina D, più precisamente della 1,25 diidrossivitamina D3, mediata da UVB, sintetizzata sottoforma di provitamina ed attivata prima a livello epatico e poi a livello renale. Questa vitamina è importante per l’integrità delle ossa, l’omeostasi del Calcio, la risposta immunitaria e il rilascio di citochine per l’infiammazione. Inoltre la 1,25D3 protegge le cellule normali dalla morte cellulare per apoptosi e la pelle da carcinogenesi per esposizione ad UVR, inibisce l’attivazione di proteinchinasi dovute allo stress e sopprime la produzione di IL-6. Con l’invecchiamento, la capacità della pelle di sintetizzare la 1,25D3 si abbassa e la cute è quindi più esposta ad eventuali danni. Le concentrazioni di 7-deidrocolesterolo, un precursore della vitamina D3, diminuiscono del 50% tra i 20 e gli 80anni; per questo motivo negli anziani sono importanti le supplementazioni vitaminiche e di Calcio. Oltre all’età, anche la limitata esposizione al sole e la malnutrizione contribuiscono alla carenza di vitamina D3.
Riduzione sudore
Nei pazienti anziani si è documentato un disturbo della funzione di termoregolazione. Infatti, con l’avanzare dell’età, sulla pelle si riduce la perdita di sudore, con un conseguente aumento della temperatura corporea e alterazione della sensibilità termica. Questo sembra dovuto ad una diminuzione nella risposta delle ghiandole sudoripare agli stimoli centrali o periferici, oppure ad un’alterazione strutturale di queste.
Praticare attività fisica ritarda la perdita di funzionalità delle ghiandole sudoripare e migliora la capacità di termoregolazione dell’organismo.
Malattie legate all’eta’
Nell’invecchiamento la pelle e le sue funzioni si deteriorano, rendendo l’organismo più sensibile alle malattie. Al giorno d’oggi, con l’aumento dell’aspettativa di vita e l’incremento della popolazione anziana, le malattie legate all’età sono notevolmente cresciute. Si prevede che il numero di persone con età maggiore ad 80anni nell’UE passi da 18milioni nel 2004 a 50milioni nel 2051. Gli effetti dannosi provengono da fattori ambientali come radiazioni ionizzanti e UV, e possono provocare lesioni precancerose della cheratosi attinica, lentigo maligne, carcinoma delle cellule basali (BCC), carcinoma delle cellule squamose (SCC), melanoma, comparsa di rughe profonde, atrofia elastica e vari cambiamenti alla pigmentazione. BBC e SCC sono i tipi più comuni di cancro non melanocitico della pelle e si presentano principalmente in aree esposte alla luce diretta. Studi recenti hanno osservato che il declino della riparazione dei nucleotidi per scissione induce il rischio di sviluppare cancro alla pelle associato a UV nelle persone anziane.
Tabella 4. Malattie della pelle associate all’invecchiamento
PREVENZIONE DELLE MALATTIE ASSOCIATE ALL’INVECCHIAMENTO
Con l’avanzare dell’età, la pelle diventa più sensibile e necessita di una maggiore protezione per prevenire l’insorgenza di malattie dovute a fattori ambientali e non. Contro i raggi UV, la cute è dotata di 2 meccanismi fotoprotettivi: la melanina nello strato inferiore dell’epidermide e la barriera acida urocanica dello strato corneo; entrambi hanno la funzione di riflettere e assorbire radiazioni UVB. Un ruolo importante per la protezione della pelle è giocato dagli antiossidanti, che agiscono contro lo stress ossidativo soprattutto nei lipidi dello strato corneo. Queste molecole possono essere assunte anche seguendo una dieta con restrizioni caloriche (DCR).
FOTOPROTEZIONE E FILTRI SOLARI
Alcune malattie legate all’età possono essere neutralizzate da prodotti contenenti protezioni solari, che al giorno d’oggi, si trovano in tutti i cosmetici per l’uso quotidiano. La fotoprotezione è una delle misure preventive principali e viene realizzata con l’utilizzo di filtri. Come requisiti generali per la commercializzazione, i filtri solari devono proteggere da UVA e UVB, essere fotostabili e resistenti all’acqua. L’esposizione ai raggi UV causa nella pelle reazioni fitochimiche che a loro volta generano ROS, ovvero radicali liberi che sono specie altamente reattive dotate di un elettrone spaiato. I filtri possono essere chimici, ovvero che hanno la capacità di assorbire fotoni a corta lunghezza d’onda e trasformarli in radiazioni a lunga lunghezza d’onda, IR, che emettono calore e fisici, ovvero che contengono micropigmenti inorganici con particelle dal diametro infinitesimale che possono riflettere un ampio spettro di raggi UV. I filtri fisici più usati sono ossido di zinco e biossido di titanio, che creano uno schermo sulla pelle; queste sostanze non penetrano ed hanno una bassa probabilità di sviluppare effetti tossici o allergici. I filtri solari possono anche essere divisi in 3 gruppi a seconda dell’assorbimento: molecole che assorbono principalmente lo spettro UVB, molecole che assorbono principalmente UVA e molecole che assorbono entrambi (benzofenone). La maggior parte delle creme di protezione solare presenti sul mercato contengono una miscela tra i 2 tipi di filtri.
TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA E INVECCHIAMENTO CUTANEO
Il calo dei livelli di estrogeni nelle donne in menopausa è seguito da una varietà di cambiamenti cutanei, che possono essere invertiti o migliorati seguendo una terapia ormonale sostitutiva con estrogeni. Uno studio condotto su animali trattati con l’ormone della crescita (GH) e melatonina ha portato a un effetto benefico contro i danni indotti dall’invecchiamento della pelle. Allo stesso modo, è stato condotto uno studio controllato su donne in menopausa trattate con 3 differenti regimi di terapia ormonale sostitutiva (HRT): estradiolo transdermico, estradiolo transdermico e 0,4mg di progesterone in supposte vaginali, estradiolo orale e 0,4mg di progesterone in supposte vaginali, ed un gruppo placebo. Dopo 6 mesi si è potuto notare un miglioramento dei parametri dell’invecchiamento cutaneo e il ripristino delle caratteristiche iniziali degli ormoni. In uno studio successivo sono state monitorate per un anno 12 donne in post-menopausa a cui era somministrato un gel topico di β-estradiolo 0,01% microionizzato sulla pelle del viso, una volta al giorno. Dopo 16 settimane di trattamento lo spessore dell’epidermide e del derma era aumentato, così come la quantità di collagene. Con la terapia ormonale sostitutiva possono comunque insorgere delle controindicazioni e degli effetti collaterali, come cancro al seno o endometrio, sanguinamenti genitali, malattie gravi al fegato e tromboembolia, per questo sono necessari ulteriori studi.
PREVENZIONE DELL’INVECCHIAMENTO CUTANEO
Per trattare il fotoinvecchiamento si può ricorrere a tre differenti soluzioni, che vengono suddivise in prevenzione primaria, prevenzione secondaria e prevenzione terziaria.
Prevenzione primaria
Il trattamento di prevenzione primaria consiste nella protezione dai raggi UV dannosi per la pelle. Per evitare il fotodanneggiamento è fondamentale un abbigliamento adeguato e l’utilizzo di una crema contenente filtri solari per proteggersi dai raggi UVA ed UVB. Queste creme sono formulate per proteggere la pelle e sono classificate a seconda dell’SPF. L’SPF è il fattore di protezione solare che varia da 6 a 50 e sta ad indicare la quantità di radiazioni a cui una persona può essere esposta prima di sviluppare eritema solare. Test hanno dimostrato che solo il 25% delle persone effettivamente ha un utilizzo corretto nella quantità di crema solare, infatti applicazioni basse rendono l’SPF inefficace. E’ utile anche una corretta informazione per la popolazione, ovvero evitare l’esposizione diretta al sole in estate dalle 10 alle 4 e portare cappelli e occhiali da sole.
Prevenzione secondaria
Il metodo di prevenzione secondaria consiste nel trattamento con retinoidi di cui si parla nel capitolo inerente.
Prevenzione terziaria
Il trattamento di prevenzione terziaria consiste nell’utilizzo della medicina estetica, ovvero quelle procedure che consentono di preservare la struttura e l’elasticità della pelle. Le strategie possono comprendere:
la tossina botulinica
il peeling chimico
il fillers
la chirurgia con laser
BOTOX® – BOTULINO | COS’È? COME FUNZIONA? RUGHE E PERICOLI
Botulino e Tossina Botulinica
Il batterio Clostridium botulinum produce sette differenti sierotipi di tossine botuliniche, identificate con lettere dalla A alla G; la più potente e studiata è il tipo A.
Le tossine prodotte dal botulino bloccano la trasmissione degli impulsi nervosi ai muscoli, impedendone la contrazione e determinandone un’anomalo rilassamento. Pertanto, il loro utilizzo in campo medico risulta utile per l’azione miorilassante nei quadri di:
spasticità muscolari severe (eccessive, anomale e prolungate contratture involontarie di distretti muscolari, come quelle conseguenti ad ictus o ad altri danni cerebrali)
vescica iperattiva (una condizione causata da contrazioni involontarie del muscolo detrusore della vescica)
emicrania cronica
iperidrosi primaria delle ascelle (eccessiva e abnormale prolungata sudorazione).
Botulino Contro le Rughe
E’ tuttavia quello estetico il campo di applicazione più noto al grande pubblico; in tal senso la tossina del botulino viene utilizzato per il temporaneo miglioramento nell’aspetto di:
rughe verticali tra le sopracciglia osservate al massimo corrugamento e/o,
rughe a ventaglio all’angolo degli occhi (zampe di gallina) osservate al massimo sorriso e/o,
rughe frontali osservate alla massima elevazione delle sopracciglia,
quando la gravità delle rughe del viso ha un importante impatto psicologico in pazienti adulti. Tra le specialità medicinali più utilizzate in campo medico, ricordiamo Vistabex, Botox, Dyspot e Azalure.
Meccanismo d’azione
Come abbiamo visto, il botulino agisce bloccando gli impulsi nervosi diretti a tutti i muscoli in cui è stato iniettato. Ciò consente di prevenire la contrazione muscolare, determinando una paralisi temporanea e reversibile. Il botulino agisce in particolare a livello della giunzione tra i nervi ed i muscoli (placca neuromuscolare), inibendo il rilascio dalle terminazioni nervose di un messaggero chimico chiamato acetilcolina. Questo impedisce la contrazione dei muscoli. Di seguito approfondiamo megli il meccanismo d’azione. La neurotossina esplica la propria azione a livello della placca neuromuscolare, bloccando il rilascio dell’acetilcolina nella zona presinaptica; in questo modo produce una "denervazione chimica" del muscolo, con un rilassamento completo che porta alla distensione del distretto cutaneo sovrastante. Infatti la tossina botulinica di tipo A va ad agire su un complesso proteico chiamato SNARE, che ha un ruolo fondamentale per il rilascio di neurotrasmettitori nello spazio sinaptico. Attraverso endocitosi, la tossina penetra nel citoplasma cellulare e, grazie alla sua azione proteolitica, è in grado di degradare la proteina SNAP-25 (necessaria per il rilascio di acetilcolina), bloccando l’esocitosi delle vescicole dei neurotrasmettitori e causando la paralisi flaccida dei muscoli. Questo blocco è reversibile e la ripresa del tono muscolare – che avviene dopo circa 5-6 mesi – è dovuta alla reinnervazione da parte di giunzioni mioneurali neoformate. Infatti, al fianco della parte paralizzata, si formano nuove giunzioni che esplicano la loro normale funzione rilasciando acetilcolina dello spazio sinaptico.
Proprietà Antirughe
L’azione diretta del Botox (tossina botulinica di tipo A) non è quella di correggere il volume della ruga con un riempimento (azione invece tipica dei filler), ma di provocare un blocco della contrazione muscolare che porta alla paralisi, quindi alla successiva distensione della cute.
Cenni Storici
Le proprietà antirughe della tossina botulinica, molto utilizzata nel campo della medicina estetica, sono state scoperte casualmente nel 1980. In uno studio sullo strabismo oculare trattato con BTX-A era stato riscontrato un miglioramento significativo nelle rughe glabellari. Questo episodio ha suscitato grande interesse, a cui sono seguiti molti studi che hanno portato, nel 1987, un’oftalmologa canadese ad utilizzare questa tossina per il trattamento delle rughe della fronte. Il suo uso venne ammesso in America dal 1992, dove la tossina botulinica viene commercializzata – tra l’altro – con il nome di Botox. Due formulazioni della tossina sono attualmente approvate per l’uso nel trattamento in caso di rughe glabrellari moderate o gravi in pazienti dai 18 ai 65 anni di età negli Stati Uniti, e sono commercializzate con il nome Botox ® e Dysport ®. Il primo ha ricevuto l’autorizzazione per l’utilizzo a scopi cosmetici dalla FDA nel 2002, mentre il secondo l’ha ottenuta solo recentemente, nel 2009.
Finalità estetiche
L’obiettivo delle iniezioni di botulino è la distensione delle rughe facciali e dei muscoli sopraccigliari. Sono stati eseguiti studi per valutare la sua efficacia e dopo 120 giorni, iniezioni in 5 diversi siti glabellari hanno mostrato una riduzione di 20 unità nelle rughe. La durata del trattamento varia da quattro a sei mesi ma vi sono soggetti nei quali il trattamento ha avuto una durata di nove mesi. L‘uso coadiuvante cosmetico del botulino comprende pieghe orizzontali sulla fronte, zampe di gallina, forma dell’occhio e formazioni negli angoli mandibolari.
Rischi, Effetti Collaterali, Controindicazioni
La tossicità del Botox è elevata, ma la quantità utilizzata nel trattamento "estetico" antirughe costituisce circa il 3% della dose letale necessaria a intossicare un uomo; appare quindi difficile avere una intossicazione sistemica a seguito di un trattamento antirughe. I pazienti che si sottopongono a questi trattamenti sono molto soddisfatti, ma esistono delle controindicazioni e degli effetti collaterali molto importanti. Infatti, a seguito del trattamento si possono avere degli effetti indesiderati, tra i quali:
leggero dolore nella sede di iniezione,
arrossamento, gonfiore, irritazione, rash, prurito, formicolio, dolore, fastidio, sensazione di bruciore o contusione nel sito d’iniezione
mal di testa,
leggera nausea e raramente sintomi simil-influenzali.
Alcuni di questi effetti si possono eliminare con una tecnica di iniezione appropriata. Tra le conseguenze estetiche più frequenti del trattamento si può avere
ptosi (ovvero abbassamento della palpebra) dovuta alla migrazione della tossina che agisce sul muscolo palpebrale.
Le controindicazioni al trattamento con Botox includono gravidanza, allattamento, infezioni al sito di iniezione preposto, casi di disordine neuromuscolare, disfagia e ipersensibilità nota a qualsiasi tipo di tossina botulinica o ad una componente della formulazione.
Effetti Collaterali in base al sito di iniezione
Di seguito riportiamo gli effetti collaterali di una specilità medicinale destinata al miglioramento temporaneo dell’aspetto di:
rughe d’espressione glabellari (rughe verticali tra le sopracciglia) osservabili al massimo corrugamento della fronte e/o
rughe cantali laterali (zampe di gallina) osservabili al massimo sorriso di grado da moderato a severo, in soggetti adulti d’età inferiore a 65 anni, quando la severità di tali rughe ha un importante impatto psicologico per il paziente.
Per le rughe glabellari:
Effetti Collaterali Molto comuni (si verificano in più di 1 utilizzatore su 10)
Arrossamento, gonfiore, irritazione, rash, prurito, formicolio, dolore, fastidio, sensazione di bruciore o contusione nel sito d’iniezione
Mal di testa
Effetti Collaterali Comuni (si verificano in 1 fino a 10 utilizzatori su 100)
Occhi stanchi o calo della vista, abbassamento della palpebra superiore, gonfiore della palpebra, lacrimazione, secchezza oculare, contrazioni dei muscoli intorno all’occhio
Paralisi facciale temporanea
Effetti Collaterali Non comuni (si verificano in 1 fino a 10 utilizzatori su 1000)
Disturbo alla vista, visione offuscata o doppia
Capogiro
Prurito, eritema
Reazioni allergiche
Disturbo nei movimenti degli occhi Raro (si verifica in 1 fino a 10 utilizzatori su 10.000)
Eritema accompagnato da prurito e noduli
Per le rughe cantali laterali:
Effetti Collaterali Comuni (si verificano in 1 fino a 10 utilizzatori su 100)
Mal di testa
Gonfiore della palpebra
Contusione, prurito e gonfiore attorno agli occhi
Abbassamento della palpebra superiore
Paralisi facciale temporanea
Effetti Collaterali Non comuni (si verificano in 1 fino a 10 utilizzatori su 1000)
Secchezza oculare
NOTE: Solitamente questi effetti indesiderati si verificano nella prima settimana dopo le iniezioni, sono di breve durata e di intensità lieve-moderata. Molto raramente sono stati segnalati effetti indesiderati in muscoli diversi da quelli nei quali è stata iniettata la tossina botulinica. Questi effetti indesiderati includono: eccessiva debolezza muscolare, difficoltà a deglutire a causa di tosse e soffocamento quando si deglutisce (se cibo o liquidi entrano nelle vie aeree mentre si tenta di deglutire, si possono verificare problemi respiratori, come infezioni ai polmoni). Se questo si verifica, si rivolga immediatamente al medico.
Conclusioni
In conclusione, l’efficacia clinica del Botox e del Botulino nella medicina estetica appare evidente, sebbene presenti alcuni problemi: l’utilizzo delle iniezioni non è privo di effetti collaterali, specie se praticato da mani non esperte. Importanti possono essere gli effetti collaterali, reversibili, che riguardano le specifiche regioni anatomiche trattate:
perdita di espressività del viso
debolezza muscolare a carico dei muscoli adiacenti a quelli trattati.
Nel 2009, l’FDA ha ordinato di applicare su ogni prodotto contenete tossine (tra cui il Botox) etichette informative per mettere in guardia i consumatori dagli eventuali gravi effetti che si possono verificare, come debolezza muscolare, diplopia, ptosi, disfagia, disfonia, disartria, dispnea e incontinenza urinaria. In ogni caso, prima dell’utilizzo, al paziente deve essere fornita un appropriata consulenza, poiché molte volte si tende a sottovalutare la pericolosità dei prodotti contenenti botulino.
PEELING CHIMICO – COS’È? TIPI DI PEELING CHIMICO
I peeling chimici possono essere eseguiti con una grande varietà di sostanze differenti, che sono caratterizzate in base al grado di danneggiamento: superficiale, media e profonda.
Peeling Superficiali
I peeling superficiali producono danni solo all’epidermide e sono perciò adatti ai pazienti con un fotodanneggiamento minimo. La ricrescita delle cellule epidermiche si verifica in genere nel giro di 3-5 giorni e le funzioni chimiche superficiali sono ripristinate con la diminuzione d’adesione dei cheratinociti e l’aumento del collagene dermico.
Un esempio di sostanze chimiche utilizzate per questo scopo sono l’acido tricoloroacetico, l’acido glicolico e l’acido salicilico.
Peeling Profondi
I peeling medi e profondi, invece, vanno ad agire rispettivamente nel derma papillare e nel reticolare, e tanto più profondo è il danno, tanto più alto è il rischio di complicanze post-intervento. Questa tecnica di medicina estetica può essere utilizzata in tutti i tipi etnici di pelle, anche se si deve prestare maggiore attenzione nei fototipi III e IV, che risultano più a rischio di ipo-iperpigmentazione postinfiammatoria. Tutti i pazienti che hanno subito peeling chimico devono poi curare la pelle con creme idratanti e pulenti durante la desquamazione e le diverse fasi di riepitelizzazione, oltre ad applicare abbondante protezione solare.
FILLERS – COSA SONO, TIPOLOGIE, RISULTATI, ESECUZIONE
I fillers sono sostanze per l’uso medico-estetico che vengono iniettate nel derma per combattere la perdita di tessuto molle, per aumentarlo, per integrare il sostegno osseo e cartilagineo del viso e per riempire le rughe statiche. Sono derivati da vari composti e possono essere classificati come temporanei, semipermanenti e permanenti.
Fillers Temporanei
Quelli ad uso temporaneo comprendono collagene bovino, collagene autologo, acido ialuronico (HA), acido prolattico ed endoplast 50. Il collagene bovino è stato tra i più utilizzati a partire dal 1981 per il trattamento delle rughe del viso. In media la durata del trattamento è di 3-6 mesi e dipende dalla profondità a cui viene iniettato il filler nella pelle oltre al sito iniziale. Il posizionamento ottimale per la sua efficacia risulta essere all’interno del derma superficiale. Prima del trattamento è però importante eseguire 2 test cutanei separati e successivi per smascherare l’eventuale presenza di allergie cutanee o fenomeni di sensibilità ritardata. Al contrario, l’acido ialuronico non presenta problemi di ipersensibilità, corregge il segno mimico delle rughe e conferisce sostegno dermico attraverso la ritenzione idrica. L’acido ialuronico non ha una particolare tessuto-specificità e si ipotizza che agisca stimolando l’attivazione dei fibroblasti. Viene utilizzato soprattutto per aumentare il volume di guance e labbra, per correggere le linee naso-labiali e per le pieghe del collo. Gli effetti collaterali del trattamento con filler HA possono includere dolore, ecchimosi, ed edema nel sito di iniezione. Sono stati documentati anche rari casi di reazioni di ipersensibilità, probabilmente causate da contaminazioni di fermentazione batterica. Tutti i fillers temporanei sono comunque sostanze che vengono totalmente riassorbite utilizzando un meccanismo di digestione enzimatica oppure una disgregazione del prodotto causata da uno stress meccanico (es. la mimica facciale).
Fillers Semi-permanenti
Per i fillers semi-permanenti vengono utilizzati idrossiapatite di calcio e PLLA, sostanze che garantiscono una durata nel tempo maggiore rispetto ai precedenti. Il PLLA era utilizzato nei pazienti affetti da HIV, e nel 2009 ha ottenuto l’autorizzazione dalla FDA per l’uso cosmetico. Agisce stimolando i fibroblasti e promuovendo la formazione di collagene in modo da aumentare il volume. Viene iniettato nel derma ed è impiegato per riempire le linee naso-labiali e le guance in casi di perdita consistente. L’effetto del PLLA dura circa 2 anni e può dare come reazione avversa la formazione di noduli. L’idrossiapatite è simile al precedente nell’effetto e nelle possibili reazioni avverse, ed ha una durata che varia da 1-2 anni.
Fillers Permanenti
Della classe dei permanenti fanno parte Artecoll (polimetilmetacrilato), mediplast, goretex e silicone liquido. Vengono iniettati nel derma profondo o nel tessuto sottocutaneo e correggono le depressioni, gli svuotamenti o veri e propri “solchi”.
LASER – TIPI DI LASER CONTRO RUGHE ED INVECCHIAMENTO CUTANEO
Attualmente sono disponibili moltissime tipologie di laser per il trattamento dell’invecchiamento della pelle. I laser possono avere come bersaglio teleangectasie, lentigo benigne, rughe, smagliature, cheloidi e cicatrici, oltre al normale miglioramento strutturale del derma. I metodi più utilizzati comprendono chirurgia laser ablativa, frazionale, e alcune modalità non ablative chiamate pulse-dye laser (PDL) e terapia a intenso impulso di luce (IPL). Il rifacimento ablativo della pelle è il trattamento più efficace per la pelle fotoinvecchiata e produce i risultati più impressionanti. Tuttavia, parallelamente a queste risposte positive, i tempi di ricovero sono molto lunghi e c’è il rischio di gravi conseguenze post-operatorie come bruciore, eritema prolungato, Milia e depigmentazione. La chirurgia laser ablativa utilizza sia l’onda continua di anidride carbonica (CO2) [10.600 nm] o l’Erbio laser (ittrio-alluminio-granato a 2940 nm) ed è un grave impegno da parte sia del medico che del paziente. Il rifacimento frazionale è un alternativa importante, poiché prevede un tempo di ricovero minore e i rischi sono ridotti. Agisce creando danni in colonne distanziate tra derma ed epidermide sulle superfici trattate. Anche se nessuna di queste metodologie risultata efficace come la tradizionale chirurgia laser ablativa, il profilo dei tempi di recupero e dei rischi risulta molto migliorato; tali tecniche, quindi, costituiscono una valida alternativa al trattamento privilegiato. La terapia laser frazionale ha dimostrato essere efficace per discromie, fotoinvecchiamento sul viso, torace, collo e mani, teleangectasie, e nel miglioramento della struttura e della lassità. La PDL agisce con lunghezze d’onda comprese tra 585 e 595 nm ed è utilizzata per teleangectasie superficiali ed eritema facciale, con una conseguente diminuzione del rossore. Inoltre, una nuova combinazione con lunghezza d’onda tra 595/1064 nm ha evidenziato un miglioramento significativo di teleangectasie, eritema diffuso, depigmentazione, e lentiggini dopo cinque trattamenti sequenziali. IPL, invece, è uno spettro di luce continuo da 500 a 1200 nm. A seconda dello scenario clinico, l’intervallo può essere ridotto a una specifica entità bersaglio, come ad esempio l’emoglobina Questo trattamento si è dimostrato efficace per le manifestazioni vascolari e pigmentose del fotoinvecchiamento e può essere utilizzato in combinazione con agenti per il trattamento di lesione precancerose. Studi recenti hanno dimostrato che IPL impartisce effetti stimolanti sui fibroblasti cutanei in vitro, così si ipotizza che possa avere proprietà fotoringiovanenti in vivo.
COSMECEUTICI – SIGNIFICATO, EFFICACIA E PRINCIPI ATTIVI COSMECEUTICI
Cosmeceutici: Cosa Sono?
Il desiderio di mantenere un’immagine di giovinezza, combinato al mercato globale emergente con disponibilità d’entrate, ha azionato lo sviluppo di alcune nuove industrie che si occupano dei prodotti antietà. Al giorno d’oggi, un numero sempre crescente di pazienti è alla ricerca di metodi non invasivi caratterizzati da un buon rapporto costo/efficacia per migliorare l’aspetto della pelle e proteggerla dai segni dell’invecchiamento. L’eccessiva spesa per i farmaci da prescrizione usati per trattare il fotoinvecchiamento, l’obbligo di pagare le visite mediche per ottenere le prescrizioni e molteplici altri fattori hanno portato all’incremento dei prodotti OTC (over-the-counter) come, per esempio, i cosmeceutici. Il prodotto cosmeceutico, per definizione, è un prodotto cosmetico in cui il principio attivo è destinato ad esercitare effetti fisiologici benefici dovuti ad una maggiore azione farmacologica, se comparata al materiale di un normale cosmetico.
Panoramica del Mercato
Oggi esistono più di 400 tra fornitori e fabbricanti di cosmeceutici, e le industrie basate sullo sviluppo e marketing dei prodotti che giacciono tra cosmetici e farmaci, sono stimate in crescita del 7,4% nel 2012. L’industria cosmeceutica è in rapida crescita, con l’aspettativa di raddoppiare di numero nei prossimi 3 anni. Comunque, con la crescita della domanda è cresciuta anche la competizione, segnata dall’entrata in commercio di grandi catene e terapie alternative. Tra le più grandi compagnie nell’industria di prodotti cosmeceutici finiti ci sono Procter e Gamble, Johnson&Johnson, L’oreal, Estee’ Lauder, Avon e Allergan. I cosmeceutici sono dei prodotti topici "farmaco-simili" che affermano di influenzare la struttura e le funzioni della pelle, per questo richiedono prove scientifiche che confermino questi effetti.
Valutazione di Efficacia
Ogni giorno, i dermatologi sentono richieste dai loro pazienti sull’efficacia e sicurezza dei prodotti cosmeceutici, ma dare una risposta è molto difficile poiché vi è una grande vastità di ingredienti e una moltitudine di prodotti in commercio. Inoltre, i dati sugli studi clinici condotti che supportino la loro efficacia molto spesso non sono disponibili, oppure a volte, non sono rigorosi. Per valutare adeguatamente gli effetti rivendicati dal prodotto cosmeceutico, il dottor Albert Klingman (che per primo ha coniato il termine cosmeceutico 25 anni fa all’università della Pensylvania) ha stilato le 3 domande fondamentali:
I principi attivi riescono a penetrare nella pelle lo strato corneo, essere in concentrazioni sufficienti da arrivare al bersaglio e resistere per il tempo necessario per il loro meccanismo d’azione?
I principi attivi hanno uno specifico meccanismo d’azione biochimico noto nelle cellule o nei tessuti umani?
Sono stati pubblicati degli articoli su studi clinici statisticamente significativi per sostenere le loro affermazioni d’efficacia?
La prima domanda riguarda la capacità di penetrazione degli ingredienti nello strato corneo (SC). Lo SC è una barriera efficace contro l’eccessiva perdita d’acqua transepidermica (TEWL) e la penetrazione di sostanze esogene. Le sostanze che vengono bloccate di solito dalla barriera sono: proteine, zuccheri, acidi nucleici con peso molecolare superiore a circa 1000KDa e molecole altamente cariche. Inoltre è importante sapere a quali concentrazioni le varie componenti del cosmeceutico vengono assorbite. La minima concentrazione dell’ingrediente necessaria per produrre l’effetto desiderato è definita come "concentrazione soglia" ed è importante per la valutazione della formula. Se l’ingrediente riesce a penetrare lo strato corneo in quantità pari o superiori alla concentrazione soglia, la risposta alla prima domanda è positiva. La seconda domanda, invece, indaga sui meccanismi d’azione. Quasi tutti gli ingredienti farmacologicamente attivi agiscono su componenti cellulari che regolano funzioni fisiologiche, invece alcuni dei più famosi ingredienti cosmeceutici hanno meccanismi d’azione ancora ignoti. Se l’ingrediente dimostra un valido meccanismo d’azione la risposta alla seconda domanda è positiva e si passa alle sperimentazioni cliniche. Gli studi clinici riguardano proprio la terza domanda, e si avvalgono di strumentazioni non invasive specifiche per misurare TEWL, corneometria, colorimetria, elasticità, e altre tecniche per dimostrarne l’efficacia. Le foto cliniche non sono ritenute adeguate per la valutazione poiché ci sono maggiori problemi nella standardizzazione a causa della soggettività dell’analisi. Un altro modo per dimostrare l’efficacia del prodotto cosmeceutico è l’istologia, dove i cambiamenti avvenuti a livello cellulare nella pelle invecchiata sono ben documentati. A causa della loro posizione unica tra cosmetici e farmaci, negli Stati Uniti i cosmeceutici non sono regolati dalla FDA (food and drugs administration), ma vengono esaminati dalla FTC (federal trade commission) per valutare la loro validità scientifica.
VITAMINE CONTRO L’INVECCHIAMENTO CUTANEO
Le vitamine sono molecole essenziali per molte funzioni dell’organismo umano. Alcune vitamine possono essere sintetizzate, seppur in parte, dall’organismo, ma altre devono essere necessariamente introdotte tramite una dieta adeguata. Le più importanti sono le vitamine A, B, C, D, E e K, così come acido folico. Studi scientifici dimostrano che, in aggiunta alle loro funzioni specifiche, alcune vitamine sono utili per la prevenzione e per il trattamento topico e sistemico di fotoinvecchiamento e invecchiamento cronologico della pelle. Alcune vitamine sono efficaci anche nella cura dell’acne vulgaris. Varie vitamine utilizzate come farmaci o prodotti cosmeceutici sono anche di grande interesse per trattamenti topici. Si ipotizza che i meccanismi molecolari del fotoinvecchiamento siano gli stessi dell’invecchiamento cronologico della pelle, che si verifica anche in tutti gli altri organi. La differenza è che la pelle è a diretto contatto con l’ambiente e subisce l’influenza di altri fattori, come ad esempio l’effetto cumulativo dell’irradiazione di raggi ultravioletti (UV) A e B. I danni della pelle legati all’esposizione solare possono accelerare il processo di invecchiamento intrinseco, quindi, il fotoinvecchiamento rappresenta la sovrapposizione dell’effetto biologico delle radiazioni solari sopra l’invecchiamento intrinseco che si verifica. I cosmeceutici a base di vitamine per uso topico hanno conquistato un posto importante nell’armamentario del dermatologo. La crescente domanda di combattere i segni del tempo ha avuto un effetto profondo nella società. Quindi risulta importante capire la scienza dietro ai cosmeceutici perché sono sempre più presenti nella vita quotidiana a contatto con la pelle, grazie all’uso di prodotti per la bellezza. Nei seguenti articoli verranno analizzate le più comuni vitamine presenti nei cosmeceutici cercando di dare una risposta alle 3 domande di Klingman.
Retinoidi
Niacinamide
Vitamina C
Vitamina E
Pantenolo
RETINOIDI E INVECCHIAMENTO CUTANEO – COSA SONO? AZIONE ANTIRUGHE
Retinoidi: Cosa Sono?
I retinoidi sono derivati naturali o sintetici della vitamina A, che si ritrovano comunemente sia in farmaci che in cosmeceutici. I retinoidi per il trattamento topico presenti nei prodotti cosmetici includono:
retinolo,
esteri retinilici,
retinaldeide,
oxoretinoidi
Azioni Biologiche
La vitamina A non può essere sintetizzata dal corpo umano, ma dev’essere ottenuta attraverso mezzi alimentari. L’ingestione di vitamina A dipende dalla presenza dei retinoidi (origine animale) e dei carotenoidi (fonti vegetali). L’acido retinoico (RA) è stato ampiamente studiato come rimedio a fotoinvecchiamento, acne e a numerosi altri disturbi dermatologici; tuttavia in alcuni pazienti ha un uso limitato poiché può risultare irritante. Retinolo (ROL) e retinaldeide (RAL) sono le alternative più efficaci all’acido retinoico (RA) proposte dalle industrie cosmetiche.
Proprietà Cosmetiche
I retinoidi sono molecole lipofile che riescono a penetrare nella pelle, e qui il ROL viene ossidato in RAL, che a sua volta si ossida in RA, ovvero la forma biologicamente attiva della vitamina A, quella che dà l’effetto farmaceutico. La maggior parte del retinolo viene convertita in retinile estere, la sua forma di stoccaggio. Sono state effettuate delle variazioni chimiche sulle molecole di base che hanno portato alla nascita di tre generazioni di retinoidi topici e sistemici:
i retinoidi nonaromatici (retinolo, tretinoina e isotretinoina),
i retinoidi monoaromatici (etretinato e acitretina),
i retinoidi poliaromatici (arotinoid, adapalene e tazarotene).
Uno studio, per dimostrare l’assorbimento pericutaneo di ROL e RAL (retinolo e retinaldeide), ha misurato in vivo i livelli dell’enzima CP450-RAH, che è indotto nella pelle dalla presenza di RA. Dopo 48h di trattamento i risultati mostrano un aumento dell’attività dell’enzima che però non è lineare, infatti a dosi maggiori la risposta resta quasi invariata. Quindi sembra che la dose soglia per un’adeguata permeazione pericutanea e metabolismo di ROL e RAL sia pari allo 0,025%. Un altro studio in vitro utilizza retinolo e retinaldeide radiomarcati applicati a biopsie cutanee e terreni di cultura di fibroblasti. I metaboliti sono stati identificati con HPLC dopo 24h di incubazione, ed i risultati hanno dimostrato le loro capacità di assorbimento.
Meccanismo d’azione
Retinoidi Contro le Iper-pigmentazioni Cutanee
Il meccanismo d’azione e l’effetto clinico di ROL e RAL si ritiene sia lo stesso dell’acido retinoico. Questo trattamento è utilizzato per ridurre l’iperpigmentazione della pelle, in quanto il turnover cellulare epidermico aumenta, diminuendo così il tempo di contatto tra cheratinociti e melanociti. In questo modo vi è una rapida perdita dei pigmenti che danno origine alle macchie della pelle.
Retinoidi Contro le Rughe
La terapia con acido retinoico riduce anche le linee sottili e le rughe, stimolando la sintesi di GAG (come l’acido ialuronico, che si legano all’acqua, aumentando così l’idratazione e lo spessore epidermico) e, attraverso l’incremento del TGF-β, la sintesi di collagene e procollagene. Inoltre, inibisce gli enzimi responsabili della degradazione della EMC (MMPs), prevenendo lo stress ossidativo. Infine, l’applicazione topica di RA riduce la rugosità della pelle modulando l’espressione di geni e promuovendo il turnover cellulare. L’acido retinoico si lega ai recettori dell’acido retinoico (RAR, esistono come tre prodotti genici distinti: alfa, beta e gamma.) che, a sua volta, inducono geni specifici per la differenziazione e proliferazione.
Efficacia Clinica
Esistono numerosi studi che riguardano gli effetti dell’acido retinoico; infatti è considerato uno dei composti migliori per trattare i segni ed i sintomi dell’invecchiamento e/o fotoinvecchiamento, tra cui linee sottili, rughe e rugosità, ed iperpigmentazione. Tuttavia non sono riportati molti casi clinici sui retinoidi OTC. Vi è uno studio clinico randomizzato condotto su 36 anziani (età maggiore di 87anni) risiedenti in 2 diverse strutture a cui è stata applicata una lozione di retinolo 0,4% ed il suo veicolo su entrambe le braccia 3 volte la settimana per 24settimane. Alla fine dello studio, attraverso valutazioni con scala semiquantitativa e misurazioni biochimiche della biopsia della pelle, si è potuto notare un incremento nella sintesi di GAG e procollagene I che ha portato a miglioramenti nelle rughe.
Dosi di Retinoidi
In generale, i retinoidi sono molto potenti, per cui in genere dosi topiche inferiori all’1% sono in grado di indurre effetti significativi. Per quanto riguarda il retinolo, sembra che la concentrazione utile dovrebbe variare dallo 0,3% all’1%. In uno studio sulla pelle del viso, con retinoidi a basse dosi e controllato con placebo, della durata di 12 settimane, retinolo e retinil proprionato sono risultati entrambi efficaci nel ridurre la comparsa di rughe ed iperpigmentazione. La retinaldeide a dosaggi pari allo 0.05% è risultata essere efficace come agente topico per il trattamento della pelle fotoinvecchiata.
Dopo quanto tempo vedrò i risultati?
Poiché gli effetti cutanei di retinoidi topici, come l’acido trans-retinoico, si verificano giorni dopo l’inizio del trattamento, la riduzione delle linee sottili può apparire in fretta. Per quanto riguarda gli effetti sulla matrice dermica è necessario un arco temporale più lungo, quindi per la riduzione delle rughe profonde sono richieste settimane o mesi.
Tollerabilità ed Effetti Collaterali
Lavorare coi retinoidi comporta principalmente 2 problemi. Il primo è la loro tendenza a provocare irritazione cutanea. Per risolvere questo problema si può scegliere tra i vari retinoidi:
il retinolo è meglio tollerato dalla pelle rispetto all’acido trans-retinoico,
la retinaldeide ha un potenziale di irritazione minore
il retinil palmitato (esteri di retinolo) è meno irritante, ma necessita di un dosaggio più alto per osservare un effetto.
L’irritazione può anche essere mitigata controllando il rilascio cutaneo della formulazione o aggiungendo ingredienti quali agenti antinfiammatori. Il secondo problema è l’instabilità, soprattutto in presenza di ossigeno e di luce. Per aumentare la stabilità dei retinoidi nel prodotto finito, la formulazione ed il confezionamento dovrebbero essere fatti in un ambiente con la minima esposizione alla luce e all’ossigeno. Il pacchetto del prodotto finale dovrebbe essere impermeabile ed opaco. Altre strategie che possono essere utilizzate sono l’incapsulamento dei retinoidi e l’aggiunta di altri antiossidanti stabilizzanti.
Conclusione
In conclusione, i retionidi topici sono una classe molto importante di cosmeceutici per combattere ed invertire i segni dell’invecchiamento. Da un limitato numero di casi emerge che RAL (retinaldeide) è più efficace di ROL (retinolo), ma comunque entrambi diminuiscono le linee sottili e le rughe della pelle.
CHINETINA CONTRO L’INVECCHIAMENTO CUTANEO
La chinetina è un ormone vegetale molto importante che regola la crescita e la differenziazione cellulare, ritarda l’ingiallimento e senescenza delle foglie e rallenta la maturazione dei frutti. Al giorno d’oggi non sono disponibili dati riguardanti l’assorbimento pericutaneo della chinetina, però è stato dimostrato che non è irritante per la pelle, è facile da formulare ed è stabile e compatibile con altre componenti. Il meccanismo d’azione attraverso cui la chinetina esplica le proprie funzioni non è del tutto chiaro. In studi su fibroblasti umani in vitro, la chinetina ha dimostrato la capacità di ritardare i cambiamenti legati all’età – come forma e struttura della cellula, tasso di crescita, struttura del citoscheletro, sintesi delle macromolecole e quantità di lipofuscina – e diminuirne la gravità. Per dare questi effetti la chinetina è stata somministrata continuamente, quindi se ne consiglia l’uso fin dalla giovane età. Inoltre, ha mostrato di agire come inibitore e soppressore dei ROS. In particolare, la chinetina riesce a mimare l’azione antiossidante della superossido dismutasi (SOD) e stimolarne l’espressione insieme a quella di altre catalasi. In più, la chinetina previene l’ossidazione del DNA e degli acidi grassi insaturi e la glicazione/glicossidazione delle proteine. Sono stati condotti studi clinici per dimostrare l’efficacia nella pelle fotodanneggiata in 96 soggetti con l’applicazione topica di una lozione di chinetina 0,01%, 0,05% e 0,1% 2 volte al giorno per 24settimane. I risultati mostrano un miglioramento di: struttura della pelle, colore, rughe, couperose e funzione di barriera dello SC. Un altro studio è stato condotto con chinetina 0,03% + 4% di niacinamide e 4% di niacinamide a confronto su pelli asiatiche. Entrambi i prodotti mostrano miglioramenti nell’iperpigmentazione, couperose e stato d’idratazione della pelle, ma nel prodotto combinato i risultati sono migliori. In conclusione la chinetina è un ingrediente ancora relativamente nuovo nel mercato cosmeceutico modiale e necessita di dati scientifici per valutare la permeabilità cutanea, mentre gli studi clinici riguardo la sua efficacia anti-invecchiamento sono modesti.
COLESTEROLO NEI COSMETICI
Nei cosmetici, il colesterolo può essere di derivazione animale (ottenuto per estrazione dal grasso animale) o vegetale (ottenuto per semisintesi dal precursore vegetale squamano) ed è un’agente funzionale ed emolliente. Chimicamente è un alcol secondario monoinsaturo del ciclopentanofenantrene, la cui struttura base deriva dallo sterolo, composto policiclico formato da quattro anelli condensati. Si presenta come una polvere bianca fine. E’ un lipide anfifilico cioè, nella sua struttura, sono presenti sia funzionalità idrofile che liofile, le quali conferiscono al colesterolo proprietà emulsionanti. Il colesterolo è una molecola fondamentale per il corretto funzionamento delle membrane cellulari ed è un componente naturale del film-idrolipidico protettivo presente nello strato corneo. Le concentrazioni di utilizzo del colesterolo nei cosmetici sono comprese indicativamente nel range 0,1-1%. Viene inserito nella fase oleosa delle emulsioni alla temperatura di circa 50°C. Essendo un componente naturale del mantello idro-lipidico della pelle aiuta il mantenimento delle sue normali funzioni e la protegge dalla disidratazione. Il colesterolo non è considerato un agente irritante né a livello oculare né applicato sulla cute e studi scientifici hanno dimostrato che non ha attività genotossica e mutagenica. Trova utilizzo nelle preparazioni cosmetiche per pelli delicate, sensibili e secche grazie alla sua duplice funzione di emulsionante e coadiuvante nel ripristino del film lipidico della cute.
NIACINA - NIACINAMIDE E ACIDO NICOTINICO - PROPRIETÀ ANTI-INVECCHIAMENTO
La Niacina o vitamina B3 è stata recentemente riscoperta per avere, oltre al noto valore nutrizionale, anche degli effetti benefici tramite la sua applicazione topica sulla pelle. La niacina ha 2 forme che possono essere usate come ingredienti cosmeceutici:
niacinamide
acido nicotinico,
Tuttavia, non è ancora chiaro se queste forme vitaminiche siano interscambiabili tra loro.
Proprietà dell’Acido Nicotinico
Si può affermare che l’acido nicotinico abbia più effetti benefici rispetto alla niacinamide perché, oltre ad avere effetti vitaminici sulla pelle – come l’aumento dei livelli di NAD – è in grado di dare anche effetti farmaco-mediati interagendo coi recettori nicotinici presenti sulla pelle. Purtroppo, però, presenta effetti collaterali come vasodilatazione e comparsa di rossore, che invece la niacinamide non provoca. Questo problema può essere evitato utilizzando esteri a lunga catena derivati dall’acido nicotinico, come miristil nicotinato (MN), che ha la capacità di fornire l’acido senza causare rossore. L’acido nicotinico può incrementare la differenziazione cellulare e la funzione di barriera della pelle, inoltre migliora il fotodanneggiamento e altre condizioni legate a disfunzioni della barriera cutanea. Tuttavia, i dati riguardanti questo ingrediente non sono tanti, mentre la niacinamide è stata molto più indagata.
Proprietà della Niacinamide
La niacinamide, nota anche come nicotinamide, è il precursore di importanti cofattori NAD e dei suoi derivati fosforici (NADP) che sono coinvolti in più di 40 reazioni biochimiche cellulari. Su questo ingrediente sono stati fatti numerosi studi che dimostrano la sua capacità di penetrazione nella pelle attraverso l’osservazione dell’aumento dei livelli di NAD dopo l’applicazione topica.
Azioni Biologiche
Il meccanismo d’azione della niacinamide sembra essere legato al suo ruolo di precursore della famiglia dei coenzimi NAD, che porta a tutta una serie di effetti benefici. Aumentando i livelli di questo coenzima, che possiede un elevato potere antiossidante, a sua volta la niacinamide esplica capacità antiradicaliche. Inoltre, ha la capacità di migliorare la funzione di barriera epidermica della pelle attraverso 2 meccanismi:
incrementando la sintesi di ceramidi ed altri lipidi cellulari basata sul potenziamento di serina palmitoiltrasferasi (un enzima fattore limitante della sintesi degli sfingolipidi)
stimolando la differenziazione dei cheratinociti (soprattutto su cheratina k1) in modo da aumentare il turnover cellulare.
In questo modo la struttura e la funzionalità della barriera sono incrementate con una conseguente riduzione di TEWL e aumento del contenuto d’umidità della pelle e della sua elasticità.
Effetti sula Pelle
Trattamenti topici con niacinamide sono utili anche per eliminare eritemi e couperose, infatti, tramite il miglioramento della barriera, si ottiene una minor irritazione che porta alla scomparsa degli arrossamenti. L’ingiallimento della pelle che si verifica con l’avanzare dell’età può essere dovuto a reazioni spontanee di ossidazione tra proteine e zuccheri, identificate dal termine generico "reazione di Maillard". I prodotti che si formano (prodotti Amadori) sono di colore giallo-bruno e si possono accumulare nelle componenti della matrice, come il collagene, in risposta agli stress ossidativi dell’invecchiamento. Attraverso le sue capacità antiossidanti, la niacinamide inibisce le reazioni dei processi ossidativi, diminuendo così l’ingiallimento della pelle.
Azione Antirughe
Trattamenti topici con niacinamide migliorano rughe e linee sottili. Lo sviluppo delle rughe è sostanzialmente causato dalla riduzione degli strati cellulari epidermici e delle componenti del derma, e dalla diminuzione della sintesi di proteine e collagene. La carenza di cheratina, filaggrina ed involucrina ha effetti sull’elasticità, idratazione e barriera della pelle. La niacinamide migliora le linee sottili e le rughe attraverso la riduzione di GAG cutanei e l’incremento della produzione di collagene e proteine dermiche. Infine, è stato dimostrato che il 5% di niacinamide riduce il trasferimento melanosomiale dei melanociti ai cheratinociti circostanti, riducendo così l’iperpigmentazione cutanea.
Cosmeceutico Efficace
Sono state condotte molte ricerche che dimostrano l’efficacia della niacinamide come cosmeceutico. E’ stato osservato che una crema contenente il 3,5% di niacinamide comparata con il placebo, dopo un trattamento di 4 settimane, porta ad una riduzione del 14,8% della rugosità. In uno studio clinico condotto su 50 donne bianche con pelle fotodanneggiata è stata applicata una crema con 5% di niacinamide 2 volte al giorno per 12 settimane su una parte del viso e l’altra controllata con placebo. I risultati ottenuti mostrano un miglioramento delle rughe e delle linee sottili, del rossore, dell’iperpigmentazione, dell’ingiallimento e dell’elasticità della pelle. Successivamente un altro studio ha condotto la stessa indagine ma con niacinamide al 5% e al 2%, ottenendo gli stessi risultati. Quindi si può affermare che gli effetti anti-invecchiamento della niacinamide sono dose-dipendenti
Impiego Cosmetologico
Tutti questi effetti possono aiutare a invertire alcuni dei segni dell’invecchiamento cutaneo; a tale scopo, la niacinamide è utilizzata nei prodotti cosmeceutici in concentrazioni che vanno dal 3,5% al 5%. Nella formulazione del prodotto cosmeceutico si deve prestare attenzione ad evitare l’idrolisi di niacinamide ed esteri nicotinici ad acido nicotinico. Per questo motivo è preferibile lavorare con un range di pH compreso tra 4 e 7 per evitare l’idrolisi. In conclusione, tra gli ingredienti cosmeceutici, gli studi sulla niacinamide l’hanno confermata tra i migliori e hanno dimostrato la sua efficacia sui segni e sintomi dell’età.
VITAMINA C E CREME ANTIRUGHE - CONTRO L’INVECCHIAMENTO DELLA PELLE
Vitamina C: Che cos’è?
La vitamina C, o acido L-ascorbico, è la più abbondante vitamina antiossidante presente nella pelle umana. La maggior parte degli animali e delle piante ha la capacità di sintetizzarla, mentre gli esseri umani sono un’eccezione, poiché non producono L-gulonogamma-lattone-ossidasi, ovvero l’enzima necessario per la sua sintesi. La Vitamina C deve quindi essere ottenuta da fonti della dieta. Anche con massiccia supplementazione orale, l’aumento della concentrazione di vitamina C nella pelle è tuttavia limitata. Esistono molte forme di questa vitamina, le più comunemente utilizzate in cosmesi sono: acido ascorbico, ascorbil fosfato (sale di magnesio o di sodio), ascorbil palmitato, e ascorbil glucoside. Gran parte delle recenti ricerche sulla vitamina C è concentrata sul suo ruolo di "spazzino di radicali liberi".
Ruolo Biologico
La vitamina C è solubile in acqua e le sue funzioni nel comparto acquoso della cellula sono: donazione di elettroni, neutralizzazione dei radicali liberi e protezione delle strutture intracellulari dallo stress ossidativo. L’acido ascorbico è anche un cofattore essenziale per gli enzimi lisil idrossilasi e prolil idrossilasi, che sono entrambi necessari per l’elaborazione post-trascriazionale della biosintesi del collagene (tipo I e III). Stimolando queste vie biosintetiche, l’acido ascorbico ha la capacità di aumentare la sintesi di collagene e ridurre l’aspetto delle rughe. Inoltre, l’ascorbato inibisce la biosintesi di elastina, aiutando il trattamento della pelle fotoinvecchiata.
Efficacia Cosmetica
La vitamina C, in studi condotti, ha provato essere un cosmeceutico antiaging efficace. In uno studio condotto sulla pelle del viso, controllato con placebo, della durata di 12 settimane, si è notato che l’acido ascorbico 3% applicato localmente è stato ben tollerato dalla pelle, portando alla riduzione delle rughe del viso (come determinato dalle analisi cutanee).
Le dosi efficaci vanno dal 3% al 17%. Altri studi con dosi topiche dal 5% al 17%, somministrate per un periodo da 12 settimane a 6 mesi, hanno documentato complessivamente
una riduzione del fotoinvecchiamento del viso,
un miglioramento della struttura della pelle,
un miglioramento delle concentrazioni di collagene ed elastina della pelle.
La vitamina C è stata utilizzata anche come schiarente (il suo derivato ascorbil fosfato di magnesio in studi ha dimostrato di essere efficace contro l’iperpigmentazione), agente antinfiammatorio (perché riduce l’eritema associato a laser post-operatorio).
In definitiva, l’uso topico di vitamina C ha molti vantaggi quali:
promozione della sintesi di collagene
alleggerimento dell’iperpigmentazione
proprietà anti-infiammatorie e fotoprotettive.
I dati confermano questi vantaggi e le sue attività biologiche sulla pelle fanno dell’uso topico di questa vitamina un’agente prezioso e utile per la pratica dermatologica.
Stabilità e Svantaggi
Il principale svantaggio della Vitamina C, invece, è l’instabilità all’ossigeno (l’acido ascorbico può diminuire anche della metà in un mese). Questo è accompagnato da un rapido ingiallimento del prodotto, che è visto in maniera negativa nella mente del consumatore. Sono state adottate diverse strategie per ovviare a questo problema, come l’esclusione di ossigeno durante la formulazione, la scelta di un imballaggio impermeabile all’ossigeno, l’incapsulamento, la formulazione a pH basso, la riduzione di acqua, e l’inclusione di altri antiossidanti. L’ascorbil fosfato (di magnesio e sodio) ha una stabilità maggiore rispetto all’acido ascorbico, ma in formulazione riduce il potere degli addensanti (carbomer) richiedendone un impiego maggiore. L’ascorbil glucoside non ha grossi problemi di formulazione e di stabilità, ma è molto costoso. Un altro svantaggio è il rilascio sulla pelle. La penetrazione di acido ascorbico attraverso la cute è generalmente scarsa, infatti in genere meno dell’1% della dose topica entra nella pelle. L’ascorbil fosfato ha una penetrazione ancora più difficoltosa per la presenza di cariche negative presenti sul gruppo fosfato. Pertanto sono necessari ulteriori studi
VITAMINA E - CONTRO L’INVECCHIAMENTO - CREME ANTIRUGHE ALLA VITAMINA E
Funzioni della Vitamina E
La vitamina E è presente nell’uomo con la funzione di contribuire alle difese antiossidanti dell’organismo. Per le sue specifiche qualità, la vitamina E è anche in grado di assorbire i raggi UV nella regione dello spettro solare responsabile dei danni deleteri della luce. Nonostante l’organismo umano possieda vari sistemi di difesa intrinseca che lo aiutano a ridurre lo stress ossidativo, l’eccessiva esposizione ai radicali liberi (che possono esaurire gli antiossidanti endogeni propri del nostro corpo) determina un danno delle normali biomolecole come lipidi, proteine ed acidi nucleici. La vitamina E si può trovare in diverse fonti alimentari, e la sua concentrazione è più alta nei livelli più bassi dello strato corneo, dove viene rilasciata dal sebo.
Tocoferoli e Tocotrienoli
La vitamina E è l’antiossidante liposolubile principale del nostro corpo, ed è rappresentato da 8 forme molecolari:
4 tocoferoli
4 tocotrienoli.
Le quattro forme di ciascun gruppo vengono identificate con i prefissi α-, β-, γ- e δ- e si differenziano tra loro per il numero e la posizione dei sostituenti metilici sull’anello cromanilico. Dal punto di vista chimico tocoferoli hanno una catena fitilica, mentre i tocotrienoli presentano tre doppi legami sulla catena laterale. Il tocoferolo naturale ha diversi isomeri (alpha, beta, gamma e delta), che differiscono in alcune delle catene laterali e hanno una diversa potenza. L’Alfa-tocoferolo è il più attivo ed è importante nel proteggere le membrane cellulari dalla perossidazione lipidica dei radicali liberi. Una volta ossidata, la vitamina E può essere rigenerata alla sua forma ridotta dalla vitamina C o acido L-ascorbico.
Vitamina E nei Cosmetici
In aggiunta alle forme più comunemente usate, in particolare tocoferolo e tocoferil acetato, diversi altri esteri, per esempio, succinato, nicotinato, linoleato, e fosfato, sono utilizzati in ambito cosmeceutico. La vitamina E, come alfa-tocoferolo o tocoferolo acetato è usata in più prodotti topici over-the-counter in concentrazioni che vanno dall’1% al 5%. Studi in vitro hanno dimostrato che l’alfa-tocoferolo è efficace nel ridurre la minima dose eritematosa ed il numero di cellule epidermiche scottate, che sono i marcatori dei danni alla pelle legati allo stress ossidativo causato da UVB. Infatti la vitamina E può ridurre l’arrossamento e l’eritema indotto dai raggi UV se applicata prima dell’esposizione: una dose topica 2% porta ad una riduzione di circa il 20% nel valore cromometrico "a" (arrossamento), e una dose 5% topica fornisce un fattore di protezione solare superiore a 3. La vitamina E possiede anche la capacità di aumentare l’idratazione dello strato corneo e legare l’acqua.
Sinergia con Altri Antiossidanti
L’alfa-tocoferolo agisce anche in sinergia con le vitamine A (retinolo) e C (ascorbico acido) in prodotti combinati, fornendo un’apprezzabile azione antiossidante e di fotoprotezione che suggerisce un effetto potenziale nella protezione contro il fotoinvecchiamento ed il cancro della pelle. Un recente studio ha analizzato una nuova formulazione interessante con l’associazione di vitamina E (tocoferolo acetato), vitamina A ( retinil palmitato), vitamina C (ascorbil tetraisopalmitate), e bioflavonoidi da Ginkgo biloba. Gli autori l’hanno presentato come un "filtro biologico" contro i danni da raggi UV. Essi hanno dimostrato che questa formulazione possiede una maggiore attività antiossidante in vitro, a causa della sua proprietà di spazzino di radicali liberi (quasi il 100% di inibizione della produzione di radicali liberi) rispetto all’uso separato delle componenti.
Aspetti Formulativi
Poichè tocoferolo acetato e tocoferolo sono solubili in olio, ad alte concentrazioni possono presentare qualche problema nello sviluppo della formulazione a livello estetico. Vi è una certa preoccupazione per la stabilità ossidativa del tocoferolo, quindi, è spesso usato il tocoferil acetato per evitare questo problema. Anche se l’applicazione topica di vitamina E dimostra promettenti effetti fotoprotettivi, in particolare se in combinazione con altri antiossidanti, sono necessari ulteriori studi su esseri umani.
PANTENOLO CONTRO L’INVECCHIAMENTO DELLA PELLE
Che cos’è?
Il pantenolo, o provitamina B5, è anche conosciuto come pantotenolo ed è il precursore dell’acido pantotenico (vitamina B5). L’isomero ottico D del pantenolo è chiamato dexpantenolo. Poiché il pantenolo è una provitamina, i suoi effetti sulla pelle possono derivare da questo ruolo di precursore. L’acido pantotenico è un componente del coenzima A (fondamentale per il metabolismo cellulare), incluso nel trasferimento del gruppo acile durante la biosintesi degli acidi grassi e nella gluconeogenesi.
Usi Cosmetici
Chimicamente, il pantenolo è la forma alcolica ridotta dell’acido pantotenico (vitamina B5) e, rispetto a quest’ultimo, è più stabile e viene utilizzato normalmente in ambito cosmetico. Il pantenolo è solubile in acqua e possiede caratteristiche chimico-fisiche che ne favoriscono l’attività come idratante ed emolliente (soprattutto se associato con glicerolo). Inoltre, grazie alla sua capacità di migliorare la barriera cutanea, incrementa la propria azione antiinfiammatoria, antiprurito e lenitiva. Il pantenolo viene aggiunto in molte preparazioni cosmetiche allo scopo di alleviare l’effetto irritante di profumi, conservanti, tensioattivi e gli effetti collaterali delle terapie a base di retinoidi.
Ruolo Biologico
A livello biochimico, il pantenolo favorisce la sintesi di lipidi, la riepitelizzazione (guarigione dalle ferite) e la proliferazione dei fibroblasti cutanei. E’ un ingrediente che trova applicazione in molti prodotti dermo-cosmetici, come quelli destinati a pelli secche o irritate, per il trattamento e l’igiene della cute e dei capelli (ad es. per attenuare gli eritemi e le dermatiti causate da lunghe esposizioni ai raggi ultravioletti). Infatti, con le sue proprietà idratanti, il pantenolo aumenta l’idratazione dello strato corneo e conferisce il giusto grado di umidità al capello prevenendone la fragilità e rendendo più facile la pettinatura. L’applicazione topica nelle formulazioni può ridurre gli effetti negativi di irritazioni cinestetiche, come bruciature, punture, prurito e formicolio. Sebbene il meccanismo non sia del tutto noto, potrebbe essere collegato all’effetto lenitivo ed anti-infiammatorio svolto dal pantenolo. Il pantenolo viene impiegato anche in prodotti ginecologici per le ragadi alla mammella, le ulcere della mucosa vaginale e le lesioni delle mucose. Il pantenolo ha un’elevata tollerabilità, non è né tossico né sensibilizzante, e non irrita la cute. Nella formulazione della crema antiaging presa in esame è stato aggiunto come ingrediente funzionale.
Tabella 6. Prevenzione eritema indotto da SLS dopo applicazioni topiche di pantenolo
Tabella 7. Riduzione effetti negativi di irritazione cinestetica con formulazioni contenenti pantenolo
ACIDO LIPOICO NELLE CREME ANTIRUGHE E INVECCHIAMENTO DELLA PELLE
L’acido lipoico è un ingrediente funzionale che viene usato soprattutto per le sue proprietà antiossidanti. Chimicamente, l’acido lipoico può essere definito come una vitamina liposolubile di piccole dimensioni, che si compone solamente di otto atomi di carbonio e due di zolfo. In natura esiste sotto due forme – come disolfuro ciclico (forma ossidata) o come catena aperta con il nome di acido diidrolipoico – che sono facilmente interconvertibili. L’acido lipoico ha attività scavenger e prende parte a diversi meccanismi antiossidanti dell’organismo, quali la rigenerazione delle Vitamine C ed E, e del CoQ10. Inoltre, aumenta la biodisponibilità del glutatione (GSH). L’acido lipoico si presenta sottoforma di cristalli aghiformi gialli e non dà fenomeni di irritazione quando viene applicato sulla pelle. Trova impiego per la preparazione di prodotti cosmetici che mirano ad ottenere effetti antiaging, antiossidanti e di riparazione dei danni indotti dai raggi solari. Il limite formulativo per l’impiego di tale molecola è la scarsa stabilità, oltre al colore, che conferisce al prodotto una tonalità giallina. L’acido lipoico nelle creme antirughe è un ingrediente sicuro se viene utilizzato alle normali concentrazioni d’uso, che sono comprese tra lo 0,01 e lo 0,05%.
GABA E CREME ANTIRUGHE – COS’È? MECCANISMO D’AZIONE ED EFFICACIA
Al giorno d’oggi, molte persone preferiscono cosmetici e prodotti di bellezza innovativi a base di sostanze naturali, specialmente quelle derivate da sostanze chimiche del corpo stesso.
Una delle ultime scoperte nel campo delle creme antirughe è l’utilizzo del GABA per rallentare il processo di invecchiamento.
GABA: Che cos’è?
GABA è l’acronimo di acido gamma-aminobutirrico ed è un neurotrasmettitore inibitorio del SNC, che agisce come agente calmante naturale nella corteccia cerebrale e nel corpo. Il GABA aiuta a neutralizzare la sovrastimolazione delle cellule cerebrali regalando rilassamento.
Utilizzo in Ambito Farmaceutico
Il GABA è l’inibitore chimico più importante del nostro corpo, che viene comunemente utilizzato nei casi di ansia, disturbo post traumatico da stress, insonnia e schizofrenia. Ricerche elettrofisiologiche e neurochimiche hanno dimostrato che le attività delle benzodiazepine (una classe di tranquillanti di grande successo) sono legate alla loro capacità di potenziare l’azione del GABA. GABA aiuta anche a prevenire l’ansia, l’insonnia, a diminuire la pressione sanguigna e a stimolare la produzione di endorfine, gli ormoni che ci danno la sensazione di felicità ed euforia.
Gaba come Antirughe
Studi in campo cosmetico hanno dimostrato come questa sostanza, molto utile in campo farmacologico, a livello topico possa svolgere un’efficace azione antirughe; infatti, il GABA è in grado di fermare temporaneamente il movimento di muscoli facciali, di conseguenza rughe di espressione e linee diventano meno evidenti sulla pelle. Proprio per questo suo effetto rilassante il GABA trova impiego nelle creme antietà.
Come Agisce?
Si tratta di una conoscenza comune che stress e superlavoro cellulare sono alcuni dei maggiori contribuenti al rapido invecchiamento cutaneo. Le rughe (più o meno marcate) di espressione, come pure le linee profonde localizzate principalmente sulla fronte, intorno agli occhi e alle labbra si formano di solito quando un segnale elettrico è trasmesso dal nervo al muscolo.
É stato dimostrato che se sulla pelle viene applicato un prodotto a base di GABA si può temporaneamente interrompere questo segnale, che permette al muscolo di contrarsi. Infatti il suo meccanismo d’azione inibitorio del sistema nervoso centrale provoca l’apertura dei canali del Cloro, determinando iperpolarizazzione di membrana e riduzione del potenziale d’azione a livello pre-sinaptico, con conseguente riduzione del grado di eccitazione del neurone post-sinaptico. In questo modo provoca l’inibizione della tensione dei muscoli facciali e determina la riduzione delle rughe localizzate sulla cute. Nelle creme antietà, il GABA viene utilizzato come ingrediente per le sue proprietà, che sono diverse da quelle ampiamente utilizzate nei comuni anti-invecchiamento. Mentre le normali procedure prevedono l’iniezione o l’uso di creme per paralizzare e stringere la pelle rugosa, il GABA è un rilassante muscolare che penetra nella pelle, inducendo la distensione dei muscoli che provocano il corrugamento facciale. Il risultato è una superficie cutanea rilassata con conseguente riduzione delle rughe, un look più naturale e giovane al posto di un volto con ridotta espressività per la paralisi muscolare. I ricercatori ipotizzano che un ulteriore meccanismo d’azione del GABA possa essere la sua capacità di stimolante naturale dell’ipofisi anteriore per secernere l’ormone della crescita (GH). I livelli di GH non rimangono costanti per tutta la vita, ma diminuiscono con l’avanzare dell’età. Il GABA, stimolando la produzione di questo ormone, riesce a ritardare il processo d’invecchiamento.
Conclusioni
In conclusione, il GABA è un miorilassante che si trova sempre più spesso in prodotti over-the-counter anti-invecchiamento ed è in fase di studio per garantirne l’efficacia e la sicurezza. E’ solubile sia in acqua fredda che calda e trova impiego per la produzione di sieri, emulsioni A/O e O/A antirughe e rassodanti. Il range di concentrazione per il suo utilizzo nelle preparazioni cosmetiche è compreso tra lo 0,2 e 1%. E’ ritenuto un ingrediente sicuro se usato alle normali concentrazioni d’uso. Oltre alle vitamine, tra gli ingredienti più comunemente utilizzati all’interno delle formulazioni cosmeceutiche possiamo ritrovare peptidi, ceramidi, metalli, idrossiacidi, ammino-zuccheri e vari estratti botanici. Vengono tutti inseriti per la loro efficacia contro i segni dell’invecchiamento, ma non sempre per ogni ingrediente sono reperibili dati scientifici sulla loro declamata attività antiossidante.
PEPTIDI CONTRO L’INVECCHIAMENTO DELLA PELLE
Esistono varie forme di peptidi, infatti variando la sequenza degli aminoacidi, il numero di amminoacidi, e l’uso di derivati di questi acidi, si ottengono serie infinite. I peptidi con sequenze note di interesse per l’industria cosmetica sono palmitoil-lisina-threoninethreonine-lisina-serina (pal-KTTKS; Matrixyl), acetil-glutammato-glutammato-metionina-glutammina-argininaarginina(Ac-EEMQRR; Argireline), e il rame tripeptide glicina-istidina-lisina (Cu-GHK). Pal- KTTKS è un frammento di collagene dermico che possiede la capacità di stimolare la produzione di nuovo collagene (utile per guarire le ferite); in vitro riduce l’eccesso cutaneo di GAGs (produce un effetto antirughe). Questo peptide risulta essere abbastanza potente, infatti fornisce gli effetti a dosi topiche molto basse. In uno studio controllato con placebo sugli umani, pal-KTTKS topico in 3 parti / milione ha dimostrato di migliorare l’aspetto della rugosità della pelle, e nei partecipanti al test non induce irritazione cutanea (nessun rossore, secchezza, o prurito). Non ci sono effetti nemmeno sulla funzione della barriera cutanea, come dimostrato dalla perdita di acqua transepidermica (TEWL), indicando la mancanza di irritazione. Anche GHK è un frammento di collagene dermico. Il rame è un fattore necessario per l’attività della lisil ossidasi, un enzima coinvolto nella sintesi del collagene. Si legano insieme formando un complesso che stimola la guarigione dalle ferite in sistemi in vitro, aumentando la produzione delle componenti specifiche della matrice dermica, come collagene e MMPs. Ac-EEMQRR è una neurotossina simile al botulino (Botox), che funziona inibendo il rilascio di neurotrasmettitori, in modo da rilassare i muscoli coinvolti nel definire le rughe facciali. A differenza di pal-KTTKS, gli altri peptidi richiedono dosi molto più elevate per mostrare effetti. Uno studio condotto per 12 settimane con 2% di Cu-GHK topico ha portato a miglioramenti nello spessore, idratazione, morbidezza della pelle e riduzione delle rughe. 10% di Ac-EEMQRR utilizzato per via topica applicato per 30 giorni mostra una riduzione del 30% nella profondità delle rughe. I peptidi sono costosi e scarsamente penetranti tanto più aumentano i residui aa. Per ovviare a questo problema si possono aggiungere nella formulazione delle catene lipofile (ad esempio, palmitato). Nella formulazione della crema antiaging presa in esame sono stati aggiunti come ingredienti funzionali il nonapeptide-1 e l’argirelina. Il nonapeptide-1 è un ingrediente funzionale dei cosmetici come schiarente. Chimicamente è un peptide biomimetico antagonista dell’MSH (Melanocyte Stimulating Hormone), ovvero l’ormone melanotropo che che è prodotto dalla parte intermedia dell’ipofisi ed agisce sui melanociti cutanei inducendo la sintesi della melanina e aumentando, di conseguenza, la pigmentazione cutanea. L’MSH ha inoltre la capacità di inibire la tirosinasi, enzima che trasforma l’amminoacido tirosina in melanina. Si presenta sottoforma di polvere, solubile in acqua. Il nonapeptide-1 trova impiego in prodotti cosmetici ad azione schiarente e per il trattamento di macchie iperpigmentate tipiche del volto, del dècolletè e delle mani. E’ considerato un ingrediente sicuro, non sensibilizzane, non irritante e si usa a concentrazioni comprese tra lo 0.01 e lo 0.05%. L’argirelina, o acetyl hexapeptide-8, è un ingrediente cosmetico che aiuta a rilassare la muscolatura. Chimicamente è un peptide composto da sei aminoacidi (esapeptide), con attività simile a quello della tossina botulinica di tipo A. E’ un analogo dell’estremità N-terminale della proteina SNAP-25, con la quale compete per una posizione sul complesso SNARE, responsabile del rilascio dei neurotrasmettitori, ovvero mediatori chimici della contrazione muscolare. Se applicato topicamente sulla cute, quindi, ha la capacità di destabilizzare lievemente il complesso in modo da ridurre la contrazione dei muscoli facciali, prevenendo la comparsa delle linee e rughe d’espressione. Si presenta sottoforma di polvere, solubile in acqua. L’argirelina è utilizzata in prodotti rassodanti e contro l’invecchiamento cutaneo, grazie alla sua proprietà di distendere linee profonde e rughe d’espressione. Non è considerata irritante per la pelle e agisce in modo più sicuro rispetto alla tossina botulinica di tipo A che, invece, frammenta la proteina SNAP-25 irreversibilmente, impedendo quindi la formazione del complesso SNARE e favorendo la paralisi permanente del muscolo. Le formulazioni testate contengono dal 5% al 30% di argireline in emulsioni oilo/acqua. L’uso di emulsioni contenti questi peptidi consente di ottenere dei risultati interessanti nei confronti delle rughe (riduzione sino al 30% delle rughe dopo circa 30 giorni di trattamento), senza irritazioni o edemi anche dopo diversi mesi di trattamento. Ovviamente l’effetto necessità di un tempo notevolmente maggiore rispetto alla tossina botulinica; infatti l’uso delle creme antirughe deve essere protratto per almeno 30 giorni, per poter osservare una riduzione del 30% della profondità della ruga. Si tratta di prodotti che non possono avere né la rapidità di effetto né l’efficacia della tossina botulina vera e propria, ma presentano una sicurezza e una facilità d’uso decisamente superiore, associate a una significativa attività antirughe.
IDROSSIACIDI CONTRO L’INVECCHIAMENTO DELLA PELLE
Questo gruppo comprende molti composti, tra cui:
α-idrossiacidi (AHA), come acido glicolico, malico, tartarico, lattico e citrico;
polidrossi acidi, come acido gluconolattone e lattobionico;
β-idrossi-acidi come l’acido salicilico ed i suoi derivati alchilici.
Anche se non è un idrossiacido, l’acido piruvico (un α-chetoacido) rientra in questa categoria di sostanze. Questi acidi sono agenti esfolianti (incremento del turnover cellulare epidermico) dello strato corneo, grazie alla chelazione del calcio coinvolto nella coesione cellula-cellula. Questo sfaldamento accelerato si traduce nell’effetto di miglioramento del tessuto della pelle (più levigata) e del colore. Gli α-idrossiacidi hanno anche proprietà idratanti (per esempio, l’acido lattico ed i suoi sali), quindi sono utilizzati nel trattamento della pelle secca. La pelle appare tollerare bene questi materiali, ma alte concentrazioni a pH basso possono portare a irritazioni e potenziale sensibilità della pelle.
CREME ALL’ ACIDO IALURONICO IDROLIZZATO - PROPRIETÀ ED EFFICACIA ANTIRUGHE
L’acido ialuronico idrolizzato si ottiene per idrolisi dell’acido ialuronico ad alto peso molecolare e, rispetto a quest’ultimo, è più solubile ma non modifica la viscosità del sistema. E’ stabile in un ampio range di pH (3-10) e ad elevate temperature. Grazie al suo basso peso molecolare (circa 8000 Dalton), l’acido ialuronico idrolizzato è assorbito a livello della cute, dove svolge la sua profonda azione idratante. L’acido ialuronico idrolizzato trova impiego in prodotti cosmetici:
idratanti,
antirughe,
per il contorno occhi,
per il contorno labbra,
condizionanti per pelle e capelli.
In cosmetologia, l’acido ialuronico idrolizzato viene usato in concentrazioni comprese tra lo 0,1 e lo 0,5%, fino all’1%.
Effetti Collaterali
Attualmente, l’acido ialuronico è riconosciuto come un ingrediente sicuro, non sensibilizzante e ben tollerato.
METALLI CONTRO L’INVECCHIAMENTO DELLA PELLE
I metalli contenuti nei prodotti cosmetici sono pochi, tra i quali zinco, rame, selenio, stronzio, magnesio e manganese, e in genere li ritroviamo come sali e complessi con composti organici. Alcuni esempi sono l’ossido di zinco, il rame peptide, e la seleniometionina. Hanno funzioni specifiche associate alle loro proprietà come singoli metalli e al loro ruolo come cofattori necessari all’attività di metalloenzimi. Per esempio, lo zinco piritione e il solfuro di selenio sono agenti antifungini (sono efficaci antiforfora). L’ossido di zinco, dove lo zinco è associato con proteine antiossidanti (superossido dismutasi e metallotioneina) ha un potenziale antiossidante, ed è noto per le sue proprietà anti-irritanti cutanee indotte da tensioattivi. Il rame è il cofattore di molte proteine, tra cui lisil ossidasi e prolil idrossilasi, che sono importanti per la sintesi del collagene; per questo l’uso topico di rame peptide è in grado di fornire effetti anti-invecchiamento. Il selenio è un cofattore degli enzimi antiossidanti glutatione perossidasi e reduttasi tioredoxina, e l’applicazione topica di seleniometionina riduce l’eritema indotto dai raggi UV e viene discussa per fornire effetti antirughe sul viso. Alcuni metalli e i loro complessi sono colorati (ad esempio, il rame è di colore blu-verde), quindi la formulazione diventa una sfida estetica.
CERAMIDI CONTRO L’INVECCHIAMENTO DELLA PELLE
Le ceramidi sono lipidi essenziali per la barriera dello strato corneo. Tra gli altri componenti lipidici fondamentali ricordiamo colesterolo ed acidi grassi. Tutti e tre sono necessari e si uniscono in una miscela equimolare nello spazio intercellulare dello strato corneo. Grazie all’alimentazione esterna, le ceramidi si incorporano nei lipidi intercellulari dello strato corneo per sostituire l’impoverimento che si verifica con l’invecchiamento e coi danni ambientali (come esposizione da tensioattivo). In tal senso, la terapia di supporto più efficace è l’utilizzo di una miscela di ceramidi con gli altri due lipidi che compongono la barriera. L’applicazione topica di ceramidi ha dimostrato migliorare la funzione barriera della pelle con danneggiamenti sia acuti che cronici, come valutati da una riduzione TEWL. In questo modo si riduce la sensibilità e la reattività della pelle agli insulti ambientali, portando alla riduzione dei problemi cutanei come il rossore. La loro formulazione è relativamente sicura ma le ceramidi sono molto costose.
AMMINOZUCCHERI CONTRO L’INVECCHIAMENTO DELLA PELLE
Alla categoria degli Amminozuccheri appartengono numerosi ingredienti cosmetici, tra cui i più noti sono ammine esose, glucosamina e N-acetil glucosamina (NAG).
Proprietà Antiaging
Glucosamina e NAG sono precursori del biopolimero dell’acido ialuronico, un importante componente strutturale della pelle che lega l’acqua nell’epidermide e nel derma. L’uso topico dei composti esosi ha quindi la capacità di migliorare l’idratazione della pelle e l’aspetto delle rughe, grazie alla costruzione di matrice strutturale. NAG è definito come un agente esfoliante, interferendo con i legami crociati tra corneociti. La glucosamina ha mostrato inibire la glicosilazione delle proteine in vitro, impedendo l’attivazione della protirosinasi a tirosinasi attiva, e inibendo quindi la produzione di melanina. Gli amminozuccheri hanno anche proprietà antinfiammatorie. Inoltre, l’applicazione topica di NAG ha rivelato una riduzione della produzione di melanina e un aumento della sintesi di acido ialuronico, mentre l’analisi genomica ha mostrato un’alterata espressione di diversi geni rivelanti per la pigmentazione.
Aspetti Tecnici
La glucosamina è instabile poichè subisce facilmente la reazione di Maillard (produce un polimero marrone); nelle formulazioni si possono aggiungere antiossidanti e sfruttare il pH acido per stabilizzarla. NAG, invece, è più stabile. Entrambi i materiali ad alte dosi (ad esempio, superiori al 2%) sono appiccicosi (problema estetico).
Domande di Klingman
Per analizzare l’efficacia effettiva tutte le vitamine cosmeceutiche e degli altri ingredienti antiage precedentemente elencati, ho cercato di rispondere alle 3 domande di Klingman.
Tabella 8. Risposta alle 3 domande di Klingman.
ESTRATTI DI SOIA E ISOFLAVONI DI SOIA NELLE CREME ANTIRUGHE - BENEFICI
I semi di soia sono noti per contenere sostanze con attività biologiche importanti. Tra queste, i componenti maggiori sono fosfolipidi (45-60%) e acidi grassi essenziali (30-35%), mentre i minori che risultano più attivi sono gli isoflavoni e l’inibitore proteasi STI e BBI.
Isoflavoni di Soia
Gli isoflavoni più abbondanti nella soia sono genisteina e daidzetina che, secondo studi pubblicati, riescono a penetrare lo strato corneo e a raggiungere gli strati vitali dell’epidermide grazie alla natura liopofila dello strato corneo. In generale, le forme non ionizzate degli isoflavoni di soia riescono ad essere assorbite meglio dalla cute rispetto alle forme ionizzate.
Ruolo antiossidante
Trattamenti con isoflavoni di soia agiscono nella lotta contro i processi ossidativi dovuti all’invecchiamento con almeno 4 meccanismi:
aumentano il glutatione cellulare (GHS) e l’attività del glutatione S-transferasi (GTS),
prevengono l’esaurimento degli enzimi antiossidanti
prevengono la degradazione del DNA,
diminuiscono la formazione di H2O2.
Hanno quindi una vasta gamma di effetti antiossidanti che però non svolgono in prima persona, ma sembrano dovuti alla stimolazione delle vie di segnalazione cellulare che aumentano le capacità antiossidanti proprie della pelle.
In questo modo, gli isoflavoni di soia sono in grado di inibire i danni ossidativi e prevenire le alterazioni biologiche associate all’invecchiamento.
Fitoestrogeni
I metaboliti primari genisteina e daidzetina sono noti anche per essere dei fitoestrogeni, ovvero composti presenti nelle piante che hanno un debole effetto estrogenico. Nella soia sono presenti come glicosidi, e solo quando vengono convertiti nella loro forma libera producono questo effetto. I fitoestrogeni, come gli estrogeni, lavorano in coppia con i recettori per estrogeni (ERs) e riescono a dare effetti biologici simili, ovvero ritardano l’assottigliamento cutaneo e la perdita di collagene causata dall’invecchiamento.
Gli isoflavoni della soia hanno anche un possibile effetto sulla stimolazione della sintesi del collagene. La genisteina è in grado di incrementare l’espressione del gene collagene (COL1A2) nei fibroblasti umani. Infine possono aumentare i livelli dei GAG dermici, in particolare l’acido ialuronico (HA) nella pelle invecchiata, che è importante per la riparazione dei tessuti, il mantenimento dell’elasticità e dell’idratazione cutanea.
Effetti Collaterali
Esiste un dibattito riguardo ai possibili effetti sulla comparsa del cancro al seno. Infatti secondo alcuni la sua attività antiossidante ha un effetto protettivo contro lo sviluppo di tumori (incluso il cancro al seno), mentre secondo altri il suo legame con i recettori per gli estrogeni ne favorisce la comparsa.
Inibitori delle Proteasi
Per quanto concerne gli STI e BBI della soia, è stato dimostrato che diminuiscono l’iperpigmentazione tramite l’inibizione del recettore2 cheratinocita proteasi-attivatore (PAT-2), che è coinvolto nella regolazione della pigmentazione. Sono state condotte delle sperimentazioni cliniche controllate con il veicolo su 65 volontarie donne con moderato fotoinvecchiamento al viso per 12 settimane, trattate con una nuova crema idratante a base di soia contenente STI e BBI non denaturato. L’efficacia dello studio è stata misurata con la valutazione clinica, colorimentrica e fotografia digitale. I risultati mostrano un miglioramento significativo rispetto al veicolo nella pigmentazione, lentiggini, couperose, rughe, luminosità, elasticità, struttura, tono e aspetto generale della pelle. Per quanto riguarda gli isoflavoni, non sono disponibili studi clinici approfonditi. In conclusione, appare necessario svolgere ulteriori ricerche nell’ambito dei componenti della soia e di creare un’etichetta che specifichi se all’interno del cosmeceutico è contenuta la pianta intera, gli isoflavoni o STI e BBI.
ESTRATTI DI LIQUIRIZIA CONTRO L’INVECCHIAMENTO DELLA PELLE
La liquirizia (G. glabra) è una pianta appartenente alla famiglia delle Leguminose, dalla cui radice si estrae un succo dolce. L’estratto di liquirizia (LE) è il pigmento più scuro, con funzione di agente depigmentante con il minor numero di effetti collaterali. Infatti, si trova comunemente nei cosmetici per schiarire la pelle. Inoltre, ha anche proprietà topiche antinfiammatorie (riduce rossore e iperpigmentazione postinfiammatoria). Uno dei più importanti principi attivi presenti nella liquirizia è la glabrina, che inibisce l’attività tirosinasica; poi ci sono il glabrene e l’isoliquiritina che mostrano effetti simili. Molto importante è anche la liquitina, poiché sembra schiarire la pelle disperdendo la melanina. E’ un ingrediente molto costoso, quindi viene usato modestamente nell’industria cosmetica.
CARATTERISTICHE DEL TRATTAMENTO COSMECEUTICO ANTIETÀ PER LA MEDICINA ESTETICA
La pelle a partire dai 25-30 anni comincia il lento ma inesorabile processo d’invecchiamento che porta a modifiche nella struttura e funzionalità della cute. Oltre i 40 anni l’invecchiamento diviene evidente ed, in aggiunta alle rughe d’espressione, compaiono anche quelle di vecchiaia. Infatti comincia a diminuire il tono d’elasticità della pelle conferito da collagene ed elastina. Il grasso sottocutaneo perde turgore e la muscolatura si rilassa. Dopo i 50 anni nelle donne l’aspetto della pelle peggiora ulteriormente a causa della diminuzione degli estrogeni con la menopausa. La carenza estrogenica provoca assottigliamento dell’epidermide, riduzione della sintesi di mucopolisaccaridi, di fibre elastiche e collagene, modificazioni della vascolarizzazione del derma e diminuzione dei melatinociti con irregolare ripartizione della melanina. La pelle invecchiata diventa quindi più secca, perde elasticità, le rughe si accentuano e compaiono macchie iperpigmentose. Grazie ai numerosi passi in avanti fatti dalla scienza, al giorno d’oggi è possibile invertire l’età della pelle aumentando la sua longevità. La crema antiaging è nata per contrastare tutti i numerosi fattori responsabili dell’invecchiamento cutaneo e per mantenere la pelle più giovane. E’ formulata in modo tale da essere completa ed efficace ed agisce a diversi livelli proteggendo, nutrendo, rigenerando e correggendo la pelle stanca, stressata, disidratata e segnata dalle rughe e macchie iperpigmentose da fotoinvecchiamento. La crema antiaging è in grado di riprodurre gli effetti leviganti del botulino senza però dover ricorrere a fastidiose iniezioni, accessibile ad un costo contenuto e priva di eventuali effetti collaterali. Questa sua capacità porta ad un immediato effetto "lifting" che attenua le rughe d’espressione già esistenti e, grazie ai suoi ingredienti attivi antiossidanti, nutrienti ed idratanti, ne previene la formazione con il risultato di una pelle visibilmente più giovane, rilassata e fresca. In parallelo alla crema, formulata sia per uomo che per donna, è stato sviluppato anche l’integratore alimentare, che usato in combinazione contribuisce a riparare e a contrastare le molteplici cause dell’invecchiamento preservando la bellezza della pelle. Questa innovazione permette di superare i limiti d’efficacia di creme ed integratori antietà usati singolarmente, poiché fornisce all’organismo principi attivi antiaging in dosi superiori. L’utilizzo di altri cosmetici o cosmeceutici con lo stesso indirizzo è quindi da considerarsi superfluo. Lo scopo principale di questa tesi è lo sviluppo di un metodo coadiuvante o complementare alle normali pratiche della medicina estetica, come ad esempio l’uso del botulino. Ho seguito lo sviluppo di due formulazioni cosmeceutiche antiaging (una per l’uomo e una per la donna) presso i laboratori di Ambrosialab srl, spin off dell’università di Ferrara, supportando il personale qualificato durante il periodo del tirocinio. Queste creme si pongono sul mercato come alternative/coadiuvanti al Botox avendo il vantaggio di avere meno effetti avversi, un metodo meno invasivo e una modalità di applicazione più semplice, grazie alla loro formulazione. La crema antiaging donna è un emulsione O/A formulata scegliendo attentamente i singoli principi attivi ed usando le materie prime migliori per donare efficacia e sicurezza al prodotto finito. Va applicata al mattino, anche come base per un trucco perfetto, e – in caso di pelle particolarmente stressata – alla sera, su viso, collo e decolté perfettamente detersi. Deve essere stesa in piccole quantità a partire dalle rughe d’espressione frontali/glabellari, contorno occhi, naso, labiali e contorno labbra. Massaggiare lievemente fino a completo assorbimento, tenendo il viso disteso mentre il siero asciuga. Per una perfetta cura della pelle, dopo l’uso della crema antiaging donna si consiglia l’applicazione di un filtro solare estate e inverno. In caso di contatto con occhi e/o mucose, risciacquare abbondantemente con acqua. La crema antiaging donna è stata preparata con emulsionanti non ionici quali eicosanolo, gliceril stearato, steareth-2 e behenyl alcohol, e la fase acquosa è stata viscosizzata utilizzando il Carbomer, un polimero acrilico, neutralizzato successivamente con TEA e silica. La fase grassa è composta da un polifenidimetilsilossano e da feniltrimeticone, per migliorare la stendibilità e texture del prodotto conferendo alla pelle un tocco setoso, da burro di karitè, olio di argan, di avocado e di girasole, per le loro proprietà emollienti e nutrienti grazie ad un elevato contenuto di frazione insaponificabile, dall’olio vegetale di acai, perché favorisce la rigenerazione cellulare con la sua elevata percentuale di acidi grassi insaturi, e dal colesterolo perché aiuta a ripristinare il film idro-lipidico protettivo della pelle data la sua natura. Per creare un effetto coprente e "soft-focus" in grado di diffondere e modulare in maniera omogenea la luce è stata inserita la resina texturizzante HDI. Le proprietà antiossidanti della formulazione sono giustificate dalla presenza di ingredienti funzionali quali vitamina E acetato, vitamina E, ascorbil palmitato (derivato liposolubile della vitamina C), ascorbil tetraisopalmitato, retinil palmitato (vitamina A), per favorire anche il rinnovamento cellulare, e acido lipoico che funge da ricarica per le vitamine C e E. L’idratazione è importante per garantire tonicità e luminosità alla pelle; per questo sono stati aggiunti ingredienti idratanti in grado di legare l’acqua, come allantoina, glicerina, pantenolo ed acido ialuronico idrolizzato. Per ottenere una pelle levigata e distesa, per eliminare le rughe e per rilassare la muscolatura, sono stati inseriti il GABA e l’esapeptide (analogo alla tossina botulinica). Durante l’invecchiamento si verifica la comparsa di macchie iperpigmentate, per questo nella formulazione della crema è stato aggiunto il peptide biomimetico (nanopeptide 1), un attivo con azione schiarente, la cui azione determina attività di blocco della melanogenesi promossa dall’ormone MSH (α-Melanocyte-Stimulating Hormone), di cui il peptide è antagonista. I conservanti utilizzati per la crema antiaging sono etilesilglicerina e fenossietanolo. L’acido citrico è stato inserito come regolatore di pH. La formulazione non contiene profumo.
INGREDIENTI CREMA ANTI-AGING DONNA
Aqua, Phenyl Trimethicone, Glycerin, Propylene Glycol, Glyceryl Stearate, Caprylic/Capric Triglyceride, HDI/Trimethylol Hexyllactone Crosspolymer, Butyrospermum Parkii Butter, Silica, Arachidyl Alcohol, Argania Spinosa Oil, Ascorbyl Tetraisopalmitate, Euterpe Oleracea Fruit Oil, Persea Gratissima Oil, Steareth-2, Tocopheryl Acetate, Aminobutyric Acid, Behenyl Alcohol, Tocopherol, Dimethicone, Panthenol, Cholesterol, Ethylhexylglycerin, Phenoxyethanol, Arachidyl Glucoside, Hydrolyzed Hyaluronic Acid, Retinyl Palmitate, Helianthus Annuus Seed Oil, Allantoin, Carbomer, Thoictic acid, Lecithin, Dextran, Nonapeptide-1, Ascorbyl Palmitate, Citric Acid, Triethanolamine, Acetyl hexapeptide-8
GLICERINA NEI COSMETICI - PROPRIETÀ ED EFFETTI SULLA PELLE
La glicerina è un’agente umettante e idratante che fa parte della fase acquosa. Viene detta anche glicerolo e si presenta come un liquido viscoso, incolore, miscibile sia con acqua che con alcol, solubile in acqua, alcool e acetone in qualunque proporzione, insolubile in etere, cloroformio e oli grassi. La glicerina è ottenuta come sottoprodotto del processo di saponificazione tramite l’idrolisi dei grassi: prima viene concentrata, poi subisce il processo di purificazione, ovvero l’asportazione degli acidi grassi e delle impurezze. Può essere tuttavia ottenuta anche partendo dal propilene. La glicerina è fortemente igroscopica, quindi ha la capacità di assorbire l’umidità presente nell’aria indipendentemente dal variare delle condizioni atmosferiche. Grazie alle sue proprietà idratanti, lubrificanti ed emollienti, la glicerina viene utilizzata nella formulazione di numerosi prodotti cosmetici per la cura della pelle.
Funzioni e Proprietà
La glicerina è ben tollerata dalla cute, per questo è l’umettante più utilizzato nei cosmetici.
A basse concentrazioni serve per preservare il prodotto dalla disidratazione,
A dosi elevati agisce come idratante e plastificante dell’epidermide
Se utilizzata in percentuale elevata all’interno del prodotto (oltre il 40%), può fungere anche da conservante.
La glicerina è un ingrediente multifunzionale che, dal punto di vista tossicologico, è ritenuto sicuro.
La glicerina possiede però un aspetto negativo superiore rispetto ai normali glicoli, infatti sulla pelle presenta un tocco appiccicoso in proporzione alla concentrazione utilizzata nel prodotto.
PROPYLEN - GLYCOL: GLICOLE PROPILENICO - IMPIEGO NEI COSMETICI
Il glicole propilenico (detto anche Propylene Glycol o 1,2-propanediol) è un solvente e un’agente umettante. Viene tipicamente usato come additivo solvente e/o umettante per alimenti, prodotti farmaceutici e in cosmetica.
Chimica
Chimicamente è un diolo, ovvero un composto organico alifatico con due gruppi alcolici. A temperatura ambiente, si presenta sottoforma di liquido incolore, inodore, viscoso, dal sapore dolcastro, altamente idrofilo che è miscibile con acqua, alcol e acetone. Il glicole propilenico può essere prodotto industrialmente dalla reazione di idratazione dell’ossido di propilene. Da alcuni anni, il glicole propilenico può anche essere prodotto dal glicerolo (o glicerina).
Proprietà Cosmetiche
In cosmesi, il glicole propilenico è un importante veicolante delle sostanze attive, presenta capacità bagnanti ed è considerato un buon solvente per l’estrazione di aromi e fragranze. Inoltre possiede anche una blanda azione idratante.
Assieme al glicole butilenico, il Propylene Glycol è tra gli umettanti più utilizzati nei prodotti cosmetici. Viene inserito nei sistemi acquosi o nelle emulsioni per trattenere acqua, evitando che evapori e che quindi provochi l’essiccamento del prodotto. Maggiori informazioni su www.x115.it. Nei sistemi anidri è utilizzato per conferire maggiore plasticità. Nei prodotti cosmetici commerciali, il glicole propilenico è usato, di solito, a concentrazioni non superiori al 10%.
Altri Impieghi
Il glicole propilenico trova impiego anche come agente decongelante nella composizione dei moderni liquidi anti-gelo per motori. Inoltre, è usato come agente decongelante negli aeroporti.
Sicurezza ed Effetti Collaterali
Dal punto di vista tossicologico il Cosmetic Ingredient Review (CIR) Panel considera il glicole propilenico una sostanza sicura per la pelle fino ad una concentrazione massima del 50%, non è irritante e sensibilizzante ed è stata dimostrata l’assoluta assenza di cancerogenicità e genotossicità. In alcuni soggetti sensibili, l’applicazione topica di cosmetici contenenti glicole propilenico potrebbe comunque provocare forme di irritazione, fino a forme di dermatite allergica da contatto. Se ingerito non è particolarmente pericoloso, in quanto presenta una tossicità molto bassa; di conseguenza, per causare danni significativi alla salute, è necessaria l’ingestione di quantità notevoli.
GLYCERYL STEARATE NEI COSMETICI
Il gliceril stearato viene impiegato come emulsionante, emolliente, tensioattivo, stabilizzante e fattore di consistenza in emulsioni O/A e viene inserito nella fase grassa in concentrazioni tra 1% e 5%. E’ un monogliceride ottenuto dall’esterificazione del glicerolo con acido stearico, acido grasso saturo a 18 atomi di carbonio. Può essere di origine animale, vegetale o sintetica. Si presenta sottoforma di solido dall’aspetto ceroso e colore bianco, che fonde a 58°C. Appartiene alla classe degli emulsionanti lipofili non ionici non etossilati con HLB (bilancio tra lipofilo e idrofilo) 3.8. Come emulsionante primario si utilizza, di solito, in concentrazione compresa tra 5 e 10% e può essere formulato in un range di pH compreso tra 4. 5 e 9. Il gliceril stearato ha una buona capacità di disperdersi in acqua ed è solubile in alcool e negli oli. Dal punto di vista tossicologico è ritenuto sicuro per l’utilizzo sulla pelle nei prodotti cosmetici e non tossico se ingerito (è approvato anche dall’industria alimentare). Non è irritante per la cute ed è biodegradabile. Quando viene applicato sulla pelle ha la capacità di rallentare la perdita di acqua trans-epidermica formando una barriera superficiale. Per questo, nel prodotto cosmetico, il gliceril stearato riesce a ridurre l’evaporazione dell’acqua evitando che lo strato superficiale del prodotto si essicchi. E’ capace di stabilizzare i componenti dell’emulsione e renderli più resistenti alle basse temperature e meno untuosi.
Commenti
Posta un commento