COME COMUNICANO LE CELLULE
| a cura del centro Ricerca e Studi MSC
L'ipotesi dei
"biofotoni" ora diventa realtà grazie alla biorisonanza Magnetica
Cellulare
I recenti progressi nel campo
della Biofisica hanno consentito di giungere a nuove scoperte. In particolare,
grazie a sofisticate apparecchiature di laboratorio, lo studio delle emissioni
luminose di debole intensità delle cellule degli organismi viventi, ha aperto
le porte ad una nuova interpretazione delle relazioni e dell’interdipendenza
d’azione tra le varie cellule.
La teoria dei biofotoni,
propugnata dal fisico Popp, sulle tracce di un’intuizione ardita già
esplicitata dal russo Gurwitsch circa sessanta anni fa, offre la credibile
interpretazione, suffragata ormai da molteplici esperimenti, del fatto che
l’evento biologico primario alla base della vita, e anche delle alterazioni che
portano alla malattia, è un evento fisico di natura elettromagnetica
Tutto ciò apre la strada alla
soluzione di tanti quesiti, ai quali la biochimica finora non ha saputo dare
risposta, ed alla prospettiva di un nuovo modo di fare terapia differente da
quello di curare solo i sintomi delle malattie.
Secondo il fisico Popp,
l’energia elettromagnetica gioca un ruolo fondamentale nella sfera biologica.
Anche Heisenberg, premio
Nobel per la Fisica, afferma che “l’energia magnetica è l’energia elementare da
cui dipende tutta la vita dell’organismo”, in quanto capace di modificare
l’energia cinetica sia a livello atomico che molecolare.
Il corpo umano cerca di
vivere sempre in costante condizione di equilibrio, e questo equilibrio è
mantenuto soprattutto dall’energia elettromagnetica prodotta dalle cellule del
nostro organismo. Essa è necessaria per far funzionare bene le varie parti
della cellula, le cellule di uno stesso organo e quindi i vari organi di uno
stesso sistema vivente. Le cellule di uno stesso organo, per il fatto stesso
che hanno identica composizione molecolare, comunicano ed interagiscono
utilizzando tutte uno stesso segnale elettromagnetico che si propaga facendole
“vibrare” con lo stesso tipo di frequenza, che le fa entrare in risonanza tra
loro.
Tutti i sistemi viventi
presenterebbero una debolissima emissione di “quanti energetici” che
interessano i loro fenomeni vitali, e perciò detti “biofotoni”, che si
propagano con la velocità della luce.
La loro esistenza ci consente
di comprendere l’elevato passaggio di informazioni dentro la cellula stessa e
tra cellula e cellula, indispensabili per avviare il metabolismo, la crescita e
la differenziazione cellulare.
I biofotoni rappresentano
così, nell’ambito della cellula e dei rapporti intercellulari, un vero e
proprio linguaggio per la trasmissione di informazioni in codice. Anche i
processi enzimatici, essenziali per la dinamica del buon funzionamento della
cellula, sarebbero guidati da segnali elettromagnetici.
Non l’ultima anche
l’informazione genetica, che regola la formazione di cellule specializzate a
svolgere determinate funzioni, sarebbe determinata, fra l’altro, da fattori
elettromagnetici.
Secondo Popp, i biofotoni
nascono nel nucleo cellulare, che funzionerebbe come una stazione radio che
guida i processi cellulari attraverso l’emissione di un campo elettromagnetico.
Questa “stazione radio” sarebbe anche in grado di ricevere ed elaborare i vari
segnali elettromagnetici che giungono dall’esterno. Diventa così importante
inviare alle cellule “messaggi di salute”, “ricordare” alle cellule il loro
linguaggio, per poter riattivare il loro metabolismo e le emissioni che esse
sono capaci di produrre in uno stato di salute e di equilibrio. Si possono
perciò inviare all’organismo queste “informazioni guida”, sottoforma di quanti.
Nel caso di un organismo
sano, posto che esso esista se teniamo conto di tutto l’inquinamento cui siamo
esposti, l’intervento di un “emittente di messaggi di salute” ha l’unica
funzione di ottimizzare al massimo la sua resa, consentendo una qualità di vita
ancora migliore
Nel caso di un organismo
ammalato, l’invio di segnali frequenziali idonei, cioè di frequenze tipiche
delle cellule sane, fa sì che essi diventino “suggerimenti” o “messaggi
correttivi” indicanti la via da seguire per riorganizzare secondo schemi di
normalità l’attività cellulare alterata.
Allargando il discorso verso
i settori della Medicina che si definisce “olistica”, scopriamo come il
discorso quantistico non riguarda solo la produzione di campi magnetici
terapeutici in senso tradizionale e fisico. Infatti le teorie più recenti
individuano nell’elettromagnetismo il meccanismo d’azione tipico dei rimedi
omeopatici. Anche nel campo dell’agopuntura l’energia che scorre attraverso i
meridiani può sicuramente essere riconosciuta come energia elettromagnetica
Addirittura per la
farmacologia della medicina convenzionale viene riconosciuto, oltre al
meccanismo chimico,un ulteriore meccanismo d’azione di tipo
“informativo-vibrazionale” dipendente da radiazioni elettromagnetiche
Queste nuove concezioni,
applicate alla fisiologia ed alla clinica medica, cercano di trovare nella
fisica, e più precisamente nella biofisica, la spiegazione di quei meccanismi
che presiedono ai fenomeni vitali e che causano le malattie e per i quali la
biochimica, a tuttora, non è riuscita a dare risposta.
Si apre così la strada per
una nuova ricerca che sia in funzione di un nuovo modo di concepire la terapia.
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